venerdì 28 marzo 2014

Libri a caso: Crociata Spaziale


Crociata Spaziale (High Crusade) è un romanzo pubblicato nel 1960, opera del prolifico scrittore Poul Anderson, versato sia nella fantascienza che nel fantasy. Da questo libro è stato anche tratto un film nel 1994 che non ho mai visto e pare non sia mai stato distribuito in Italia.
La storia si svolge nel 1345, verso la fine del Medioevo e nel pieno delle Crociate. Gli eventi sono narrati seguendo l'ottica del narratore, il sacerdote Fratello Parvus, che però si prenderà un paio di volte la libertà di raccontare fatti da lui non vissuti in prima persona. Un piccolo villaggio inglese viene attaccato da un astronave al servizio dell'impero alieno dei Wersgorix, ma con fortuna e casualità i cavalieri del luogo, comandati da Sir Roger di Tourneville, riescono ad avere la meglio. Sir Roger ha poi una idea... particolare: usare l'astronave e i suoi armamenti per attaccare la Terra Santa e vincere così facilmente le Crociate. Superfluo dire che le cose non andranno come sperato e, proiettati nello spazio profondo, i cavalieri dovranno fare i conti con la vendetta dei Wersgorix e alcuni dissidi interni.
Il romanzo si presenta come un misto tra umorismo e satira e, essendo stato scritto in un'epoca più semplice e spensierata, le personalità dei vari protagonisti sono cristalline e in certi casi stereotipate (il sacerdote incrollabile nella sua fede, il valoroso cavaliere, la dama in pericolo, gli alieni cattivi cattivi), ma questo di per sè non rappresenta un difetto. Un difetto che può invece ravvisarsi nel non aver voluto approfondire un paio di retroscena (tanto che poi Anderson si inventa appunto l'espediente del sacerdote che narra fatti di cui non è stato testimone), rendendo il tutto non dico qualcosa di incompleto, ma di migliorabile sì.
Detto questo però il romanzo scorre via velocemente e - sorvolando su alcune ingenuità dettate dal passaggio del tempo - è una lettura piacevole, nonché appunto una divertita satira sugli assolutismi, sia religiosi che scientifici, per cui le risposte a tutte le domande esistono già preconfezionate. Quando invece è la ricerca della conoscenza, delle risposte all'ignoto, che ha sempre guidato l'uomo nelle sue più grandi scoperte.

giovedì 20 marzo 2014

Cento! Cento! Cento!


Sembra incredibile, ma è vero: siamo arrivati a un importante traguardo per un blog, il centesimo post. Aldilà della quantità numerica, particolare da non sottovalutare, la cifra significa prima di tutto che c'è una continuità di contenuti, seppur magari a volte troppo diluiti, e c'è tutta l'intenzione di andare avanti, fino al post 200, 300 (ahu ahu!), 500 e 1000!
A tutti quelli che ci hanno seguito fin dall'inizio, grazie. A quelli che ci hanno seguito da metà o giù di lì, grazie. A quelli che ci hanno scoperto da poco, grazie. E siccome vi avanza un grazie, grazie anche a quelli che ci seguiranno in futuro! Mi piace essere previdente, che volete farci.
Sempre e comunque, Excelsior!

sabato 15 marzo 2014

Quel megalomane di John Byrne (I)


Il suo nome ha segnato quasi quattro decenni di fumetto e ancora oggi, nonostante (non per sua volontà) sia scomparso dalle grandi scene, viene ricordato - anche se non sempre in maniera positiva. Stiamo parlando di John Byrne: vediamo di riepilogarne (senza alcuna pretesa di esaustività) la vita, le imprese e le opere.
John Byrne nasce a West Bromwich, in Gran Bretagna il 6 luglio 1950. Il suo primo incontro col colorato mondo dei supereroi avviene a sei anni, ma non leggendo un fumetto: John infatti inizia il suo viaggio nei comics partendo dal serial Adventures Of Superman, con protagonista George Reeves, che veniva trasmesso dalla BBC. Poco dopo si imbatte in delle pubblicazioni locali che offrono ristampe in bianco e nero delle storie della DC Comics, con protagonisti oltre all'Uomo d'Acciao, anche Batman o Johnny Quick. Un amore eterno è nato.
All’età di otto anni Byrne insieme a tutta la sua famiglia si trasferisce in Canada, che diverrà la sua seconda patria. E lì scopre che i comics sono anche colorati. L’anno che, con ogni probabilità, segna la sua vita è il 1962: tra le sue mani capita quasi per caso il numero 5 di Fantastic Four, "Prisoners Of Doctor Doom", la prima collaborazione tra Jack Kirby e Joe Sinnott, e ne rimane estasiato. Il tipo di disegno è più che innovativo per l'epoca e i testi sono qualcosa che non ha mai trovato finora in un fumetto della DC: mai gli era capitato di leggere personaggi così vivi e supercriminali così pieni di sfaccettature. Inizia dunque a seguire regolarmente la serie, recuperando anche gli arretrati in ogni luogo possibile, persino dal barbiere: sembra debba essere un amore senza fine… ma non è così. Due anni dopo, nel 1964, Byrne legge il numero 32 “Death Of A Hero”. In quell’albo compare un personaggio di nome Uomo Invincibile e Stan Lee, sulla copertina, sfida i lettori ad intuirne la vera identità: Byrne ci riesce, già a pagina quattro capisce che è il Super Skrull. Deluso ed in generale meno coinvolto dai comics come lo era un tempo, Byrne decide allora di smettere di leggere fumetti supereroistici.

 

Nel 1970 Byrne inizia a frequentare l’Alberta College of Art And Design, a Calgary. Qui per il giornale della scuola crea il supereroe parodistico Gay Guy, il quale ironizzava sugli stereotipi sugli omosessuali che giravano nei corridoi della scuola. Vede pubblicato inoltre il suo primo fumetto, ACA Comix 1.

In quel periodo sta cambiando anche il mondo del fumetto e il periodo di esilio autoimposto di John Byrne dai supereroi, durato più di un lustro, termina. Nel 1973 rimane colpito (come molti lettori della sua epoca peraltro) da una storia che rompeva tutti i canoni di quell’epoca: la morte di Gwen Stacy. Desideroso di entrare nel mondo del comicdom, nel 1973 Byrne abbandona il college prima ancora di potersi diplomare e si trasferisce negli Stati Uniti, dove ottiene i suoi primi incarichi come copertinista di fanzine, divenendo infine uno dei più richiesti in tal senso. Insomma, mancava solo il gran salto: quel momento non sarebbe tardato ad arrivare.

giovedì 13 marzo 2014

X-Men Mailing List: la fine del sogno


Poco tempo fa vi ho parlato di un tempo che sembra oramai lontano, quello in cui gli appassionati di fumetti si incontravano sulle mailing list. E con un'ultima chiosa facevo notare come una di queste, la X-Men Mailing List, fosse ormai stata abbandonata e diventata solo un concentrato di spam. La cosa alla fine deve essere diventata insostenibile, tanto che la mailing list è stata chiusa con quest'ultimo intervento del suo fondatore, Alessandro D'Alessio, che anni fa diede vita a questo "sogno" e ora lavora professionalmente nel campo dell'editoria.
"Carissimi (semmai ci fosse qualcuno ancora in ascolto),
dopo oltre un decennio è giunto il momento di chiudere questo gruppo. Le ragioni sono molteplici: l'invasione dello spam, il fatto che Yahoogroups sia ormai qualcosa di anacronistico, e lo spostarsi delle conversazioni verso altri lidi. A questo proposito, vi invito a dare un'occhiata a:

- Il forum di X-Men World (http://xmenworld.forumcommunity.net)

E con una lacrimuccia, chiudo qui la lunga e gloriosa storia di questo gruppo, creato tante estati fa per colmare una grossa lacuna dell'allora nascente comunità Internet che poi si sarebbe evoluta nei vari IM, Social Networks e quant'altro abbiamo a disposizione oggi. Ma all'epoca si scriveva ancora agli angoli della posta degli albi Marvel Italia, qualcuno si scambiava fiumi di emails, si bisticciava sui vari mIRC e Yahoo/MSN Messenger. Ma non esisteva una community italiana per parlare degli X-Men. E allora dedico quest'ultimo post ai nostri amati mutanti, alla loro saga interminabile al loro mondo che li teme e li odia, ai loro autori, alle loro storie indimenticabili. E alle bellissime discussioni che per anni ne sono scaturite qui con voi. Sapete chi siete quindi non faccio nomi... se mi state ancora leggendo, grazie mille per il vostro interesse, la vostra amicizia, il vostro supporto offerto in questi anni.
Un abbraccio sincero a tutti e continuiamo a sentirci attraverso tutti i mezzi che abbiamo a disposizione!

Saluti,
Alessandro".

Perchè ho voluto postarlo? Da un lato per "chiudere il cerchio", dall'altra per calare il sipario su un'epoca che sembra ormai lontana, oserei dire preistorica. Eppure conserva ancora tutto il suo fascino, come le parole di Alessandro hanno perfettamente sottolineato. No, non è la fine del sogno, è solamente l'inizio!
Excelsior!

venerdì 7 marzo 2014

Libri a caso: Le Cronache Del Ghiaccio E Del Fuoco Vol. II


A Clash Of Kings, del 1998, è il secondo volume facente parte dell'opus magnum (anche se non altrettanto magnum come il suo autore) Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco, di George R.R. Martin. Come nelle migliori saghe fantasy, anche le peggiori a ben vedere, questo libro segue direttamente le vicende del primo volume, quindi sarebbe leggermente inutile leggerlo a sè stante. L'impostazione è la medesima: un prologo, seguito dalle vicende descritte secondo il punto di vista di 9 personaggi (Daenerys Targaryen, Catelyn Stark, Arya Stark, Sansa Stark, Bran Stark, Tyrion Lannister, Jon Snow e le new entries Theon Greyjoy e Davos Seaworth).
A seguito del maldestro rapimento di Tyrion Lannister e dell'esecuzione pubblica di Eddard Stark, i sette regni precipitano in una terribile guerra fomentata da cinque autoproclamatosi re (Joffrey Baratheon di Approdo del Re, Stannis Baratheon della Roccia del Drago, Renly Baratheon di Alto Giardino, Robb Stark Re del Nord e Balon Greyjoy delle Isole di Ferro): uno di loro sarà la prima tragica vittima di questo conflitto in cui sono coinvolte forze che vanno aldilà della semplice logica e coinvolgono un mondo, quello della magia, che sembrava essere svanito per sempre. Nel frattempo, sulla Barriera, Jon Snow va alla ricerca del suo scomparso zio, ma si ritroverà a compiere una dolorosa scelta, mentre oltre il Mare Stretto Daenerys con pochi seguaci al suo fianco trova una inaspettata possibilità di riscatto nella città di Qarth e in una strana cometa color rosso sangue. Ribadisco che è sempre difficile sintetizzare avvenimenti concentrati in circa 900 pagine.
Ritengo questo secondo tomo alla pari, se non addirittura superiore al primo. La personalità dei personaggi che già conoscevamo era già stata definita, e rivoltata come un guanto, da Martin nel volume precedente, mentre l'arrivo di molti nuovi personaggi - alcuni dei quali centrali nelle vicende del libro - non risulta affatto invadente o esorbitante. Se poi le vicende del primo libro risultavano di per sè già devastanti, qui l'asticella viene ancora alzata tra draghi, stregoni, guerre fratricide, streghe, demoni oscuri, complotti, tradimenti familiari, lutti e tragedie. Di Martin è nota la sua fama di far fare una brutta fine ai suoi personaggi e, senza addentrarci nel merito, possiamo dire che questo secondo volume da questo punto di vista non delude le aspettative... siamo in effetti un po' macabri a dire questo, a ben vedere. E nel finale un Bran Stark piegato, ma non ancora spezzato, promette nuovi sviluppi ancora più inattesi.
L'intero secondo volume è stato trasposto nella seconda stagione della serie televisiva Game Of Thrones: se nella prima i cambiamenti erano pochi e poco significativi, qui diventano - per probabili esigenze televisive/narrative - più marcati, pur non alterando il succo principale della trama del libro. Ecco dunque, faccio esempi a caso, Tyrion Lannister subire una ferita molto meno grave al termine della battaglia delle Acque Nere o Robb Stark sposare una donna di estrazione e nome diverso. Molte invece le scene aggiunte, non presenti nel libro, che approfondiscono le motivazioni e la personalità di altri personaggi (vedasi l'inedito rapporto - per certi versi improbabile - tra Arya e Tywin Lannister, oppure le molte scene dedicate agli altri componenti della famiglia Lannister). Nel complesso comunque la serie televisiva si mantiene su livelli e gode dello stesso vantaggio del libro - avere a disposizione personaggi principali con personalità già definite in partenza potendosi concentrare sul progredire degli eventi, che in questo caso è molto più marcato della prima stagione, che aveva un ritmo narrativo molto lento.
L'Inverno sta arrivando, ci sta mettendo un po', ma sta arrivando.

domenica 2 marzo 2014

Memorable Quotes: Il Guanto Dell'Infinito

The Infinity Gauntlet
Anno di pubblicazione: 1991
Testi: Jim Starlin
Disegni: George Perez/Ron Lim


"Hai l'infinito tra le mani. La mia umile persona si inchina davanti alla tua grandezza. Sono fiero di essere il tuo primo accolito e di crogiolarmi nella gloria della tua divina presenza. Come posso servirti, grande Thanos?"
"Facendo silenzio, Mefisto. È giunto il momento in cui le stelle comprenderanno l'assoluta verità delle tue parole. Nessuno può negarmi il mio giusto posto nel pantheon degli dei cosmici. Mi spetta una sedia a capotavola."


Tutto va bene ora che Thanos possiede le sei gemme dell'infinito. Ora l'Universo girerà nel verso giusto. Sarà forgiato secondo il mio punto di vista. Che il nichilismo regni supremo!


"Non potrai mai cantare vittoria finchè resterà anche solo un uomo a tenerti testa, Thanos."
"Un nobile ideale per uno che sta per morire."
"Thanos lo ucciderà!"
"Aspetta!"
"È il mio ideale da una vita intera. Vale la pena morire per esso."