venerdì 27 giugno 2014

Libri a caso: Zona Pericolosa



Jack Reacher è il personaggio con cui lo scrittore Lee Child si è imposto all'attenzione della scena letteraria e che di recente è apparso anche sul grande schermo, interpretato da Tom Cruise, nonostante alcune lievi differenze (il Jack Reacher dei libri - per dirne una - è alto più di due metri).
Zona Pericolosa (Killing Floor) del 1997 è il romanzo in cui il personaggio di Jack Reacher ha fatto il suo esordio, in grande stile oserei dire. L'ex marine esperto in indagini militari ha abbandonato l'esercito e ora vive una esistenza da vagabondo: una volta giunto nella cittadina di Margrave, in Georgia, viene arrestato per un crimine poco chiaro. Tra un'esperienza drammatica in prigione, la morte di una persona cara e un amore imprevisto, Jack Reacher scoprirà un contrabbando di banconote false, guidato da uomini spietati e insospettabili.
La forza principale di questo romanzo è il fatto che venga narrato in prima persona direttamente da Reacher stesso: attraverso i suoi occhi e il suo modo cinico di vedere la vita, dunque, gli eventi del libro assumono una piega particolare ed intrigante, una sorta di prospettiva dell'uomo comune ma in possesso di una mente analitica, fredda e distaccata. Lo stesso svolgersi degli eventi è lineare e non pretende di avere dunque colpi di scena a tutti i costi, tranne uno che forse non a caso è volutamente prevedibile.
Sembra dunque che Lee Child, partendo da un problema oggettivo (la distribuzione di dollari falsi su territorio americano provenienti dall'estero), abbia voluto costruire una storia il più possibile realistica, dove anche gli eventi più crudi (colluttazioni, omicidi) sono descritti in maniera trasparente e oggettiva, mettendo da parte qualsiasi tipo di emozione poichè l'unico che potrebbe condividerle con noi è qualcuno che le maschera e le nasconde il più possibile.
Un buon esordio, perciò, che ha dato vita ad una serie di romanzi ancora in corso.

venerdì 20 giugno 2014

Libri a caso: Pianeta Rosso


C'è stato un tempo in cui la fantascienza pensava su scala di portata cosmica, dove tutto era immensamente grande (e ingombrante) e avveniristico. Si fantasticava di viaggi spaziali, di viaggi nel tempo, di comunicazioni avanzate... il tutto con macchinari che avrebbero riempito un edificio. Concetti che alla lunga si sono rivelati non tanto errati, quanto "difettosi", non avendo saputo prevedere l'esatto contrario, ovvero dispositivi incentrati sull'immensamente piccolo. Soprattutto nel campo della comunicazione.
Pianeta Rosso (Red Planet), del 1949, scritto dal veterano Robert Heinlein rientra in questi racconti di portata cosmica, specchio di un'epoca che oggi ci appare così lontana. Il pianeta rosso in questione è chiaramente Marte. I protagonisti di questo "juvenile" (romanzo teoricamente adatto a un pubblico di bambini) sono Jim Marlowe e Frank Sutton, che come tutti i ragazzi devono andare al liceo marziano. La loro particolarità tuttavia è che come animale da compagnia hanno una piccola palla di pelo marziana, Willis, un mutaforma capace di replicare alla perfezione ogni timbro vocale. Dopo un fortuito incontro con i nativi marziani, i due ragazzi vengono a conoscenza di un piano per impedire un esodo di una parte della popolazione umana presente su Marte, allo scopo di risparmiare soldi e "fare la cresta" sugli approvvigionamenti. Riferito il tutto ai loro genitori, la ribellione dei coloni monta e troverà presto un aiuto inaspettato.
Quando prima parlavo di altra epoca, intendevo concetti che adesso ci appaiono veramente obsoleti e non mi riferisco solo ad una descrizione di Marte oggi superata (cosa che comunque all'epoca Heinlein non poteva certo immaginare). Suona un po' strano ad esempio, in quest'epoca di comunicazioni moderne, leggere che i personaggi di questa storia ambientata nel prossimo futuro debbano usare il telefono di casa o scrivere una lettera a penna (!) per comunicare con l'esterno. Senza contare alcuni inevitabili clichè del dopoguerra: Marte sembra essere stato conquistato solo e unicamente dagli americani albini, con le donne comunque relegate al ruolo di "casalinghe" (non c'è una frase del tipo stai zitta e vai a cucinare, ma poco ci manca). Poi Heinlein, che aveva opinioni sulla società un po' particolari, all'inizio per bocca di uno dei protagonisti dice allegramente che ogni cittadino dovrebbe avere il diritto di portare un'arma da fuoco, anche i bambini!
Ci aggiungiamo una serie di protagonisti abbastanza detestabili, a partire dal Jim Marlowe di cui sopra (anche se forse è una cosa voluta da Heinlein), e concludiamo dicendo che questo libro è un must solo per i veri appassionati di questo grande scrittore, che ha segnato sì la storia della fantascienza ma con altre opere.