giovedì 2 gennaio 2014

Storia del New Universe (I)

Ci sono idee, concetti narrativi così forti che resistono al passare del tempo e periodicamente ritornano. Ci sono idee, concetti narrativi così forti che nonostante si sia fatto di tutto per affondarli, questi non vengono dimenticati. Ci sono idee, concetti narrativi così forti da adattarsi ai più disparati scenari. Quella che segue è la storia di un nuovo universo, la storia del New Universe.

"THE WORLD OUTSIDE YOUR WINDOW"

Nel 1986 ricorreva un importante anniversario, erano passati esattamente 25 anni dall'esordio del Marvel Universe. Certo, ufficialmente il Marvel Universe esisteva da ben prima, ma l'impatto e la storicità di quel titolo uscito nel 1961, Fantastic Four 1, meritava una degna celebrazione. Nel 1986, anche se ancora per poco, l'editor-in-chief della Marvel Comics era Jim Shooter. Già da oltre due anni la dirigenza Marvel di allora si interrogava su come dare un giusto riconoscimento a questo evento.
Shooter portò avanti questa idea: Fantastic Four, e i titoli che ne erano seguiti, avevano ribaltato le "regole del gioco". Stan Lee, Jack Kirby e soci avevano dimostrato coi fatti che il modo con cui si narravano allora le storie di supereroi (perfetti, come dei, mai un graffio) era vecchio e non più affascinante. I supereroi dovevano avere superproblemi, trovarsi ad affrontare i propri dilemmi esistenziali nonchè le problematiche di tutti i giorni come il lavoro, lo studio o le tormentate relazioni amorose, tanto che la vittoria contro il supercriminale di turno non era mai veramente completa. Questo concetto, semplice eppure così forte al contempo, era ancora valido, bastava solo dargli qualche tocco di modernità. Sì, perchè Lee e Kirby nella loro grandeur avevano riempito quell'universo di dei norreni, alieni, attrezzature fantascientifiche, maghi, razze segrete, nazioni fittizie...
Quello che serviva, in sostituzione del Marvel Universe che non poteva certo rinunciare a questi elementi, chiave del suo successo, era un Nuovo Universo. Gli eroi non sarebbero stati eroi nel senso classico del termine, ma persone comuni, magari anche non moralmente ineccepibili. L'emergere dei loro poteri, invece di molteplici cause, sarebbe stato ricondotto ad un'unica causa. Gli eventi si sarebbero svolti in tempo reale, quindi sarebbe passato davvero un mese tra una storia e l'altra. Più in generale, infine, bisognava adottare un approccio il più realistico possibile e far sì che i racconti di questo nuovo universo riflettessero gli scenari politico/sociali del tempo (all'epoca la Guerra Fredda non era ancora del tutto conclusa). Nacque così il famoso slogan per cui i lettori, leggendo le storie, avrebbero riconosciuto quel mondo come lo stesso che avrebbero potuto vedere fuori dalla loro finestra.
La dirigenza Marvel accettò l'idea e diede a Shooter mandato di concretizzarla su carta. Fu già allora che cominciarono i primi problemi.
Fu subito chiaro a Jim Shooter che le cose non sarebbero andate secondo le sue previsioni. L'EIC, di solito molto cauto nel lanciare serie su serie (a quel tempo si poteva), decise che era giusto celebrare la nascita del New Universe con l'esordio in contemporanea di un buon numero di nuove testate regolari, anche perchè narrativamente tutti i nr. 1 si sarebbero ricondotti a un unico filo conduttore. Tuttavia il budget previsto per questo progetto venne più che dimezzato dalla dirigenza Marvel. Fu un bel problema: nessun grande artista o sceneggiatore, a quelle condizioni economiche, avrebbe mai partecipato a un progetto simile. Shooter si circondò allora dei suoi più stretti collaboratori: Archie Goodwin, Tom DeFalco, Mark Gruenwald. E insieme a loro delineò le basi narrative di questo nuovo universo. Le serie sarebbero state otto. Impegnato su mille altre fronti, però, Shooter non poté dedicarvi tutta l'attenzione possibile e lasciò tutto in mano ai suoi collaboratori. Intervenne solo quando l'anniversario era ormai prossimo per far sì che tutto esordisse al momento opportuno. Col senno di poi, si può dire che questa fu una grave mancanza.
Sul versante artistico, c'era poco da fare: vennero reclutati solo disegnatori emergenti o esponenti della vecchia guardia non più sulla cresta dell'onda, gli unici che accettarono di lavorare a "salario minimo". C'è da dire comunque che, tra questi, vi furono nomi che poi negli anni successivi avrebbero sfondato: tra questi Lee Weeks, Mark Texeira e i fratelli Kubert. L'unico nome di richiamo fu quello di John Romita Jr., al tempo già una star, che accettò volutamente di lavorare ad un compenso più basso del solito poiché conquistato dal concept della serie principale di questo progetto, Starbrand (ci torneremo su).
Per le sceneggiature, invece, sostanzialmente furono gli stessi ideatori del New Universe a farsene carico, visto che il loro desiderio di far funzionare questo progetto fu più forte delle questioni economiche (va beh, avevano anche altri introiti più consistenti provenienti da altre fonti e potevano permetterselo, non facciamone dei martiri a tutti i costi). In seguito, laddove loro non poterono intervenire, furono assoldati altri sceneggiatori, anche loro perlopiù degli sconosciuti per i motivi già esposti. E anche qui alcuni di loro avrebbero trovato la gloria negli anni successivi. Tra questi Fabian Nicieza e Peter David.
Queste erano le premesse, non del tutto esaltanti. Il New Universe esordì ufficialmente il 22 luglio 1986.

CONTINUA...

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