domenica 29 settembre 2013

Libri a caso: Le Cronache Del Ghiaccio E Del Fuoco Vol. I



Il primo volume de Le Cronache Del Ghiaccio e Del Fuoco (A Song Of Ice And Fire) di George Martin è stato pubblicato nel 1996, quasi vent'anni fa. Oggi questo volume, così come l'intera epopea a cui ha dato vita, è più noto col titolo di A Game Of Thrones, un serial televisivo di grande successo. Ne parleremo in fondo, ma qui ci concentreremo molto di più sul libro.
La trama, a beneficio di quei due o tre che ancora non la conoscessero. A seguito di una guerra sanguinaria e tremenda, nei Sette Regni domina il re Robert Baratheon, fiancheggiato dal fido consigliere Jon Arryn, fino al giorno in cui quest'ultimo muore in circostanze misteriose. Il re decide allora di portare al suo fianco un vecchio amico, Eddard Stark di Grande Inverno, che accetta dopo aver saputo che Jon Arryn è stato probabilmente assassinato. Intanto i figli del re decaduto, della dinastia dei Targaryen, dall'esilio meditano come ritornare a occupare il ruolo che a loro dire spetta loro di diritto.
Ne consegue una serie di intrighi, doppi e tripli giochi, uccisioni, segreti inconfessabili, tradimenti e chi più ne ha più ne metta. Mentre, all'insaputa di tutti, quello che è il pericolo più insidioso per il regno si sta risvegliando da un lungo esilio in una terra dove... l'inverno sta arrivando.
Sì, è molto difficile concentrare in poche righe circa 850 pagine e un romanzo con un centinaio di protagonisti, principali e secondari. D'altro canto è stato impossibile per un serial televisivo, pur ben fatto ma è comunque un altro mezzo di comunicazione, replicare la particolare tecnica di narrazione del libro. Con l'eccezione del prologo, tutti i successivi paragrafi sono descritti secondo il punto di vista di otto personaggi (Eddard Stark, Catelyn Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Arya Stark, Sansa Stark, Bran Stark, Daenerys Targaryen), quindi ciò che accade fuori dalla loro sfera non ci viene descritto, possiamo perlopiù intuirlo. E parliamo anche di eventi significativi.
Ma questo non è affatto un difetto dell'opera, quanto un valore aggiunto: pur essendo presenti molte scene di lotta, e ben descritte, la nostra attenzione si concentra maggiormente sugli otto personaggi principali e le loro interazioni, grandi o piccole, con gli altri protagonisti del libro, sugli intrighi e le meschinità a cui tutti sono soggetti in questo gioco del trono, dove "o vinci o muori". Con forse un paio di eccezioni, non ci sono personaggi assolutamente buoni e personaggi totalmente cattivi, ognuno ha le proprie motivazioni che porta avanti contro tutto e tutti, a volte anche contro la propria famiglia. E come nelle migliori saghe fantasy, il finale è aperto.
Leggere il libro dopo aver visto il serial televisivo (e qui mi limito a parlare solo della prima stagione) è una sensazione straniante, aldilà del giochino "trova le differenze" (che ci sono, ma sono veramente minime), per il fatto di vedere una trama dirigersi esattamente a un punto che tu già conosci. Quindi ho deciso da ora in poi di prima leggere i libri successivi e poi vedere le stagioni del serial, sadomasochismo letterario/spoileristico, ne sono consapevole.
Del telefilm in sè non si può che parlarne bene: cattura al meglio lo spirito dell'opera originaria, così lontana dai classici canoni tolkeniani del fantasy, e riesce a trasferire sul piccolo schermo tutte quelle che sono le angosce e le sensazioni dei protagonisti. Inoltre, e qui la cosa va apprezzata, inserisce molte scene che ampliano la trama originaria di Martin senza svilirla, incentrate sui personaggi di cui non conosciamo il punto di vista, la famiglia Lannister in particolar modo, o che esplorano in maniera più approfondita eventi accennati nel libro o di cui nessuno degli otto protagonisti principali è stato testimone diretto. E, più in generale, ottima fotografia, ottima regia, buoni dialoghi (anche perchè qui il grosso del lavoro era già stato fatto), buono tutto il resto.
Alla fine di tutto, la regina dei draghi Daenerys coccola i suoi tre piccoli sputafuoco. Cosa accadrà ora nei Sette Regni?

giovedì 26 settembre 2013

La storia dei Capitan Marvel (XI)

La dinastia kree dei Vell ha sempre onorato la gloriosa tradizione di Capitan Marvel, una tradizione che è passata da padre a figlio. E quando quel figlio è impazzito, il titolo è passato ad un altro erede, una figlia. Una figlia che fino a pochi istanti prima non esisteva!

PHYLA

La sua origine è sicuramente particolare. A causa di un abuso di Coscienza Cosmica, ad un certo punto Genis impazzì e ricreò l'Universo a sua immagine e somiglianza. In questa nuova realtà Capitan Marvel era sua sorella minore, Phyla-Vell, anche lei concepita da Elysius nelle stesse circostanze con cui lui venne al mondo. Quando infine Genis rinsavì, le cose tornarono alla normalità, solo che Phyla non scomparve dall'esistenza ed era come se fosse sempre esistita: in pratica, dopo Legione, Genis è stato il secondo a riscrivere la continuity Marvel senza creare un universo alternativo. Per un po' di tempo Phyla condivise e si contese amichevolmente il titolo di Capitan Marvel con Genis, ma alla fine glielo lasciò non riprendendolo neanche dopo la sua dispersione nella Dimensione Oscura a opera di Zemo.
Phyla rimase poi coinvolta nelle principali crisi cosmiche successive, partendo dalla Onda Annihilation, in cui adottò l'alias di Quasar e le bande quantiche dopo l'apparente sacrificio di Wendell Vaughn, aiutando infine Nova a sconfiggere Annihilus. Fu poi decisiva nella risoluzione della crisi Phalanx-Ultron. Col ritorno dell'originale Quasar, Phyla adottò il nome in codice di Martyr ed entrò a far parte dei Guardiani della Galassia insieme alla sua amante Dragoluna. Fino a quando l'ennesimo ritorno di Thanos dal regno della morte segnò la sua fine (niente affatto da martire), nonchè quella del gruppo.
Decisamente la dinastia Vell non ha mai avuto molta fortuna dopo aver adottato l'alias di Capitan Marvel. Eppure alla fine un'altra donna, loro cara amica, raccolse questa eredità.

PROSSIMAMENTE: BILLY E FREDDY

sabato 21 settembre 2013

Memorable Quotes: The Thanos Quest



The Thanos Quest
Anno di pubblicazione: 1990
Testi: Jim Starlin
Disegni: Ron Lim



"Il tuo destino rimarrà saldamente nel mio cuore, come non potrebbe essere altrimenti. Non ti ho forzato a combattermi. Ti ho dato la possibilità di lasciarmi la gemma. Mi hai forzato a fare ciò che dovevo. Ho dovuto essere fedele alla mia natura. Infatti, io sono Thanos!"


"I gloriosi fini sono più importanti dei tediosi mezzi che sono serviti per averle. Mente! Anima! Realtà! Tempo! Spazio! Potere! Molto più di quanto mi diede perfino il Cubo Cosmico! Tutto mio! Controllo tutto! L'Universo mi appartiene!"


"Thanos, grande calcolatore e ingannatore. Ho iniziato una ricerca, impossibile per chiunque tranne me, una missione impossibile. E ho avuto successo. Ho strappato le redini del potere dalle mani dell'Essere Supremo. Nessun senziente potrebbe sognare o sperare di fare più di quanto ho fatto io. Chi avrebbe mai pensato che divenire un Dio sarebbe stata una vittoria così vana?"

mercoledì 18 settembre 2013

La storia dei Capitan Marvel (X)

La storia dei Capitan Marvel made in Marvel ha spesso un tratto comune: il prescelto per questo titolo lo conosciamo quando si trova dall'altro lato della barricata e, per un motivo o per l'altro, è un nemico della Terra. Salvo poi cambiare atteggiamento e divenire uno dei suoi protettori. A questa sorte non è sfuggito nemmeno il prossimo Capitan Marvel.


NOH-VARR

Un personaggio che, come Monica Rambeau, è spesso soggetto a cambi di alias. Apparve la prima volta come Marvel Boy nella miniserie omonima del 2000 scritta da Grant Morrison e disegnata da J.G. Jones. Unico sopravvissuto del suo equipaggio, quest'alieno dei Kree si ritrovò a fronteggiare il folle Dr. Midas, spalleggiato dalla non meno folle figlia di Midas, Oubliette. Questo lo portò tuttavia anche a scontrarsi con lo SHIELD e, pur avendo alla fine la meglio su Midas, venne incarcerato mentre Oubliette annunciava in mondovisione una jihad cosmica.
Nelle intenzioni di Morrison, questa doveva essere sia la prima parte di una trilogia che una trama ambientata nell'Ultimate Universe, il quale avrebbe esordito ufficialmente di lì a poco. Da qui la presenza di uno SHIELD decisamente particolare e una breve apparizione dei Fantastici Quattro (la cui testata Ultimate Morrison avrebbe voluto inaugurare) reduci da un viaggio nella Zona Positiva. La cosa tuttavia non si concretizzò e così alla fine Marvel Boy venne inserito nel Marvel Universe.
La sua successiva apparizione degna di rilievo fu nella miniserie New Avengers: Illuminati, in cui il suo percorso di crescita cambiò e il personaggio cominciò ad essere gestito da Brian M. Bendis. Reed Richards e soci fecero una visita in prigione a Noh-Varr, ancora determinato a dichiarare guerra alla razza umana, e gli raccontarono di Mar-Vell, un kree come lui, e della sua vita da eroe, invitandolo a prendere esempio da lui. La cosa ebbe un peso determinante quando, durante l'invasione segreta degli Skrull, Noh-Varr si imbattè in Khn'nr, lo skrull che si era finto Mar-Vell per qualche tempo, che morì tra le sue braccia. Il vedere un nemico giurato della sua razza difendere la Terra e morire per essa come Capitan Marvel, lo spinse a raccogliere questa gloriosa eredità.
Sfortunatamente per Noh-Varr, non durò molto poichè il suo mentore in questa nuova identità fu Norman Osborn che lo volle nei suoi Oscuri Vendicatori, facendolo manipolare da Moonstone e mascherando le sue vere intenzioni. Solo che Moonstone, come sempre, fece il doppio gioco e fece intuire a Noh-Varr come le motivazioni di Osborn non fossero poi così nobili: disgustato, Noh-Varr abbandonò il gruppo da un giorno all'altro e in seguito, col Regno Oscuro di Osborn decaduto, si affiliò ai Vendicatori col nuovo nome in codice di Protettore. In questa identità aiutò gli eroi più potenti della Terra contro varie minacce, tra cui anche il suo ex mentore Osborn.
Alla fine, però, la Suprema Intelligenza Kree gli ordinò di prelevare a tutti i costi un frammento della Forza Fenice, la quale avrebbe ridato vita alla razza dei Kree. Noh-Varr eseguì e per questo non esitò a mettersi contro i suoi stessi compagni di squadra. Quando però capì che la Suprema Intelligenza avrebbe lasciato la Terra al suo destino contro la Fenice, Noh-Varr si ribellò e riconsegnò il frammento ai Vendicatori, i quali non perdonarono il suo tradimento e gli intimarono di non rimettere più piede sulla Terra.
La sua storia dunque non è ancora finita, come neppure quella dei Capitan Marvel made in Marvel.

PROSSIMAMENTE: PHYLA

domenica 15 settembre 2013

DC/Marvel: two of us



DC Comics e Marvel. Le due principali casi editrici americane, gioia e dolore di tanti fan, anche italiani. Alcune cose le accomunano, altre le differenziano. Quello che segue è un elenco a casaccio, perchè non pretenderete certo da questo blog una classificazione seria, eh.

- Il reboot è DC, il relaunch è Marvel

- La legacy è DC, la tradizione è Marvel

- Le Crisi sono DC, le amministrazioni controllate sono Marvel

- Le Leghe sono DC, le Fondazioni sono Marvel

- I prodotti di animazione fighi sono DC, i film incassamiliardi sono Marvel

- La Golden Age è DC, la Silver Age è entrambe, la Bronze Age è Marvel, la Modern Age è entrambe

- New è DC, Now è Marvel

- Batman è DC, le fintocopie di Batman sono Marvel

- La Cenisio è DC, la Corno è Marvel

- NANANANANANANANANANANA è DC, THWIP THWIP è Marvel

- I Nuovi Dei sono DC, gli Eterni sono Marvel, il Dio Eterno dei comics è Jack Kirby

- Chi è più veloce tra Superman e Flash? è DC, Chi è più forte tra Hulk e la Cosa? è Marvel

- I vecchi babbioni della seconda guerra mondiale sono DC, i saggi eroi della seconda guerra mondiale sono Marvel

- Le metropoli inesistenti sono DC, le città vere Marvel

- L'Inferno è DC, gli inferni sono Marvel, Diavoli dell'Inferno è Martin Mystere

- Le resurrezioni e i recuperi da paralisi totali sono sia DC che Marvel

- Swamp Thing è DC, Man-Thing è Marvel, Thing è Marvel, The Thing From Another World è un film

- Vertigo è DC, Epic è Marvel, le storie "adulte" non importa di chi siano, basta che siano fatte bene

- Lee è DC, Lee è Marvel... insomma, sono tutti Lee

- Gli elseword sono DC, i What If Marvel... storie immaginarie, non lo sono tutte in fondo?

martedì 10 settembre 2013

Impressioni da Narnia Fumetto 2013


Il viaggio. Il viaggio di solito è l'esperienza che più vorresti conservare, prima di arrivare alla tua meta, così come decine di scrittori e poeti ci hanno insegnato nei secoli scorsi. Tuttavia, quando i tuoi compagni di viaggio sono dei simpatici anziani che vogliono offrirti pane con companatico rancido e acqua calda, dentro di te speri che quest'esperienza sia breve.
La meta? Narni. La data? Settembre 2013. L'occasione? Narnia Fumetto, edizione numero eight! Gli dei hanno visto di buon occhio il mio arrivo nel tardo pomeriggio di venerdì perchè, come ho messo piede nella mia stanza di hotel, è cominciato un diluvio così forte che al confronto Watchmen è un fumetto sereno. La fiera era iniziata comunque e, stando a quanto mi è stato riferito, la prima giornata è stata dominata dalla presenza di Zerocalcare, tanto che molti visitatori erano venuti solo quel giorno e solo per lui. Autore ormai di culto, già nell'olimpo... "Eh, io però non ho mai letto niente di lui, che facciamo?". Facciamo che ho comprato La Profezia Dell'Armadillo e vediamo un po'.
Sabato. Voglio arrivare al più presto, come fare? Semplice, scrocco un passaggio a un furgone dell'organizzazione venuto alla stazione a prendere una ospite della manifestazione. "Grazie, non vorrei approfittare" dico "Ma a ben vedere approfitto".
Quest'anno ho avuto modo di ammirare più da vicino la cornice che circonda la manifestazione, il centro storico della città di Narni: ed è una cornice meravigliosa, che non ha nulla da invidiare ad altre cornici... se capite cosa dico. Nel teatro San Domenico c'è il cuore della manifestazione, tra conferenze, artist alley e i banchetti dei vari espositori. Il tutto in un amalgama che nessuno può avvertire come mondi differenti, sembra anzi che ognuno sia l'estensione dell'altro e si completino a vicenda in un caleidoscopio illuminato.
Quello che più adoro di questa manifestazione, però, è l'atmosfera che la pervade, la definirei informale e questo termine non va preso come una offesa. Voglio dire che è come se ti ritrovassi in una grande, immensa fumetteria e lì ritrovi amici o conoscenti che non vedevi da tempo (e includo in queste categorie anche gli scrittori o i disegnatori che ammiri), mentre tutto intorno a te la tua passione ti ricorda perchè ogni giorno ti cali a esplorare mondi meravigliosi. Poi alla fine rischi anche di andare a sbattere contro il nuovo curatore di Dylan Dog, Roberto Recchioni.
Diversamente dall’anno scorso, quest’anno ho visto di meno il deus ex machina di tutto quanto, Francesco Settembre, mi sa tanto poiché impegnato sui millemila fronti di Narnia Fumetto. Ho notato anche rispetto all’anno scorso una leggera crescita degli spazi espositivi anche se, inutile negarlo, molto si può e si deve fare ancora in tal senso.
E se alla fine, mentre con l’autobus torni alla tua stanza d’albergo, senti degli anziani affermare quanto questa manifestazione abbia arricchito la loro altrimenti sonnolente città di provincia… beh, capisci che si è colto nel segno e che questo è il parere più autorevole di tutti!
Quindi… alla prossima? Certo, nessun dubbio su questo.


domenica 1 settembre 2013

La storia dei Capitan Marvel (IX)

C'è una scena particolarmente affascinante che avviene durante la storia 'La morte di Capitan Marvel'. Considerato un traditore della razza, i Kree si rifiutano di rendere l'ultimo omaggio al loro guerriero. Chi lo fa invece, inaspettatamente, è l'esercito skrull che consegna a Mar-Vell la medaglia al valor militare in quanto è stato il loro più grande nemico e, pur essendo della parte avversa, il suo coraggio e la sua abnegazione sono sempre stati oggetto di ammirazione. Quindi forse l'identità del prossimo Capitan Marvel non sarà così sorprendente.


LO SKRULL

A partire dal 2001, con l'ingresso sulla scena Marvel di Joe Quesada, ci fu un cambiamento in quella che era la visione del fumetto e del suo modo di essere raccontato. Elementi oggi ben noti e che generano sia plausi che dubbi: la decompressione narrativa, gli story-arc concepiti per l'uscita in TP, gli sceneggiatori provenienti da altri media... Quesada reintrodusse anche i megaeventi editoriali, storie dalla portata così ampia che non rimanevano confinate nella miniserie principale e in qualche tie-in, ma coinvolgevano buona parte se non addirittura tutte le testate pubblicate.
L'antesignano di questa nuova stagione di crossover fu la miniserie del 2007 Civil War, di Mark Millar e Steve McNiven. E fu proprio nel settimo e ultimo numero che, con enorme sorpresa degli eroi e dei lettori, colui che sembrava l'originale Capitan Marvel fece il suo ritorno, ponendosi al fianco degli eroi favorevoli al cosiddetto Atto di Registrazione. Subito dopo Paul Jenkins, nell'one-shot Civil War: The Return, spiegò che quel Mar-Vell era stato prelevato per un caso fortuito dal flusso temporale, quando i primi stadi del cancro si erano appena manifestati. Ma era davvero così?
L'evento dell'anno successivo fu Secret Invasion e, poco prima che questo esordisse, la verità venne rivelata in una nuova miniserie intitolata Captain Marvel scritta dalla meteora Brian Reed. Si scoprì infine che questo Capitan Marvel altri non era che uno skrull di nome Khn'nr e faceva parte dell'avanguardia di una invasione skrull in grande scala volta a conquistare la Terra dopo la distruzione di buona parte dei mondi dell'impero alieno causata da Annihilus. Per meglio calarlo nella parte e non far insospettire gli eroi, Khn'nr fu il soggetto anche di una tecnica di indottrinazione così particolare da convincerlo di essere davvero Mar-Vell.
Solo che ciò alla fine si ritorse contro gli Skrull, poichè Khn'nr ereditò anche il coraggio di Mar-Vell e il suo amore per la Terra e quindi si ribellò al suo impero e contribuì a sventare l'invasione. Questo gesto gli costò caro poichè, nel tentativo di respingere un'armata, cadde rovinosamente al suolo e morì, tornando infine alla sua forma originaria ma ancora convinto di essere il vero Mar-Vell. Ironicamente colui che raccolse le sue ultime parole:"Mar-Vell è il nome che mi è stato dato" si sarebbe rivelato anche il suo successore.

PROSSIMAMENTE: NOH-VARR