venerdì 15 novembre 2013

La storia dei Capitan Marvel (XIII)

C'è un personaggio che ha gravitato intorno al mondo di Capitan Marvel per anni, che ha vissuto nel tempo periodi di alterna fortuna, editoriale e narrativa. Questo personaggio è l'ultimo, in ordine di tempo, a potersi fregiare del titolo di Capitan Marvel. Il suo nome è...

CAROL (Prima Parte)

Il personaggio di Carol Danvers ha radici profonde nella continuity Marvel. Esordì infatti nel 1968, grazie a Roy Thomas e Gene Colan, sul tredicesimo numero della testata Marvel Super-Heroes, il numero successivo a quello in cui aveva fatto la sua prima apparizione Mar-Vell.
In questa prima incarnazione, Carol era un componente della Air Force statunitense, nonchè responsabile della sicurezza della base dove lavorava Walter Lawson, l'identità fittizia di Mar-Vell, di cui diventò confidente e segretamente si innamorò. Solo che, poco prima della guerra Kree-Skrull, Yon-Rogg tentò un ultimo assalto contro il suo acerrimo nemico Mar-Vell tramite un dispositivo kree noto come Psico-Magnitrone. Gli andò male: il dispositivo esplose e lui rimase ucciso nella deflagrazione. Anche Carol fu presa nel mezzo del conflitto, riportando gravi ferite.
Con l'arrivo di Jim Starlin sulla testata di Capitan Marvel, Carol Danvers venne messa da parte. Ma non dimenticata. Fino all'arrivo del primo sceneggiatore che la rese un suo personaggio feticcio, Chris Claremont. Nel gennaio 1977 infatti esordì la serie Ms Marvel, dove la protagonista era proprio Carol. Venne spiegato che l'esplosione aveva fuso i geni terrestri della donna con quelli kree di Mar-Vell, rendendola a tutti gli effetti una sorta di ibrido e donandole così dei superpoteri. Un paio di numeri di introduzione di Gerry Conway, poi la palla passò a Claremont. In questa serie Carol abbandonò la vita militare per divenire una giornalista/scrittrice al servizio di J. Jonah Jameson e della rivista di stampo femminile Now.
In effetti tutta la serie voleva essere una sorta di "allegoria" della nuova situazione sociale statunitense, negli anni in cui il movimento femminista stava prendendo seriamente piede. In realtà il voler rendere indipendente e forte una supereroina con l'ombelico in mostra e che combatteva mezza nuda forse non era proprio il modo migliore di rappresentare tale situazione, tanto che già all'epoca fioccarono le battute in merito. Da un primo costume ispirato a quello di Mar-Vell, Carol adottò, poco prima della chiusura della sua prima serie (avvenuta col nr. 23) il suo costume più celebre: un body nero, con guanti e gambali dello stesso colore, percorso da un fulmine dorato. La chiusura della testata fu repentina (due numeri già sceneggiati e disegnati vennero pubblicati quasi vent'anni dopo) e lasciò in sospeso alcune sottotrame.
Ms Marvel si trasferì allora, armi e bagagli, sulla testata Avengers, di cui divenne in breve tempo una componente fondamentale. Tanto che fu la protagonista principale della trama che sarebbe sfociata nel nr. 200... una delle più criticate di sempre. A un certo punto infatti Carol rimase incinta in maniera misteriosa (sì, ok, lo sanno tutti come succede, volevo dire che avvenne d'improvviso e Carol non riuscì a ricordare chi potesse essere stato). Si scoprì infine che il responsabile era Marcus Immortus, sedicente figlio del celebre nemico dei Vendicatori, il quale aveva portato Carol nella sua dimensione, l'aveva sottoposta a un lavaggio del cervello e ingravidata. Altri termini insomma per dire che aveva subito una vera e propria violenza sessuale (curioso che il Comics Code non se ne accorse). Tra mille difficoltà il bambino nacque e fu... Marcus stesso! Insomma, costui aveva viaggiato indietro nel tempo per rapire l'eroina, metterla incinta e poter nascere di modo che una volta cresciuto potesse tornare indietro nel tempo per rapire l'eroina, metterla... ah, 'sti viaggi nel tempo pro-stupro!
A conclusione di tutto, Marcus portò con sè Ms Marvel nella sua dimensione perchè diventasse la sua compagna, il tutto sotto l'occhio degli immobili Vendicatori, che comportandosi così in pratica giustificarono la violenza sessuale subita dalla loro compagna di squadra. Un macello, insomma. Occorreva un netto intervento e questo fu fatto.

CONTINUA...

1 commento:

  1. Questa storia è interessante, soprattutto perchè svela le dinamiche editoriali dei comics tra i '70 e gli '80 e i danni collaterali della continuity. Mi raccomando, nel prossimo pezzo chiarisci bene chi c'era dietro questa "macchinazione" ai danni della povera Carol Danvers!

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