lunedì 29 ottobre 2012

Alien, Alien, fortissimamente Alien


Alien, Alien, fortissimamente Alien. Quasi 35 anni dall'uscita del primo film e ancora l'angosciante creazione di H.R. Giger tormenta i nostri incubi su pellicola.
1979: L'anno in cui tutto iniziò. L'astronave Nostromo scopre su un pianeta disabitato una strana coltura di uova, da una delle quali esce una strana creatura simile ad una biscia che si attacca al volto del povero John Hurt che, ripresosi e tornato sulla nave, ha il "parto" più insolito e agghiacciante della storia del cinema.
La Nostromo diventa metafora del corpo umano e delle sue insidie; Ripley, l'eroina della situazione (uno dei primi esempi di donna forte - meglio, con le palle - della nona arte), ma dotata anche di un forte istinto materno, è alla fine l'unica sopravvissuta (più il gatto dell'astronave). Il film è caratterizzato da una forte atmosfera di claustrofobia e oscurità, un vero e proprio horror ma con poche reali scene d'azione, poichè tutto si gioca sulla tensione, sui giochi di luci e ombre.
Il regista è Ridley Scott, all'epoca praticamente un esordiente e che grazie a questa pellicola entrerà nell'olimpo dei grandi registi (particolare che non rimarrà unico). Qualcuno dice abbia un po' "copiato" Mario Bava (chi non l'ha fatto in fondo?) ed il suo film Terrore Nello Spazio, però il suo personale stile già risalta... e poi la scena della lotta finale con l'Alien (l'inquadratura in primo piano del volto di Sigourney Weaver che ansima mentre cerca di nascondersi e di indossare la tuta spaziale è meravigliosa) è da antologia.
1986: Strano, vero? Sette anni per un sequel. Di certo non previsto all'inizio. Oggi fin da subito si firmano contratti per serie di tre/quattro film, anche se questi non verranno mai prodotti... oggi. Nel 1984 un giovane regista di nome James Cameron (dopo aver diretto uno strano film su piranha assassini volanti) diventa famoso grazie alla pellicola Terminator e viene opzionato come regista di questo sequel. Sette anni nella vita reale, cinquantasette invece nella finzione narrativa, tanto il tempo in cui Ripley è rimasta in stasi. Cameron abbandona le atmosfere claustrofobiche e si concentra sulla pura azione, con un intero manipolo di Aliens (il film si chiama così e poi sì, escono dalle fottute pareti) a confronto con un esercito interstellare nel bel mezzo del pianeta dove era stato infettato John Hurt. Nel mezzo, la prima apparizione dell'androide Bishop (il gelido Lance Henriksen), una bambina di nome Rebecca (un legame che permette a Ripley di compensare il suo istinto materno) e soprattutto... la Regina, la madre di tutte le disgrazie!
Se la battaglia finale del primo film avveniva nel chiuso di una piccola scialuppa di salvataggio, con Ripley che combatteva in una tuta spaziale, quella del sequel avviene in un grande spazio aperto, con Ripley a bordo di un immenso esoscheletro meccanico capace di suscitare invidia a Tony Stark. Questo per sottolineare la differenza di stile tra i due registi. Va dato merito a Cameron di aver voluto impostare un suo discorso senza ricalcare a tutti i costi Scott. E per alcuni il sequel è migliore dell'originale... noi non diciamo niente e andiamo avanti.
1992: Tocca ad Alien3 (Alien Cube). Il regista è David Fincher, e sentendo questo nome subito vi sono venuti in mente pellicole indimenticabili come Seven o Fight Club. Nel 1992, però, Fincher era un illustre sconosciuto come Scott nel 1979, specializzato più che altro in video musicali. E' passato relativamente poco tempo dal precedente film, ma a causa di un incidente tutti i sopravvissuti della spedizione sul pianeta degli Aliens sono morti, a parte Ripley e l'androide Bishop, che però è conciato così male da risultare inservibile. Fincher cerca di ricatturare l'atmosfera claustrofobica del primo film, inserendo l'eroina nel contesto di un pianeta prigione popolato solo da detenuti maschi e dal quale è impossibile fuggire, nonchè riprende il concetto di corpo come nemico (Ripley è rimasta "incinta" di un Alien, il suo istinto materno è stato appagato nel più tragico dei modi). Alla fine, piuttosto che dare vita a questo abominio, la donna si sacrifica e si getta nella vasca di una fonderia. Fine? Ah, ragazzi, il cinema non ha nulla a che invidiare con un certo tipo di fumetto.
1997: Con il film Alien - La Clonazione si conclude la prima fase di questa saga. E la sceneggiatura è di un tale di nome Joss Whedon, vi dice qualcosa? Siamo in un futuro ormai lontanissimo, dalla morte di Ripley sono passati circa due secoli, ma degli scienziati mercenari la ricreano grazie alla tecnologia della clonazione, con lo scopo di dare vita ad una Regina (essendo il tessuto cellulare a loro disposizione quello rimasto infettato sul pianeta prigione). Un film visionario, che cerca di ricatturare la frenesia e l'azione del secondo episodio, e che si conclude con un insolito (per questa saga) lieto fine che vede Ripley riuscire in quello che era il suo obiettivo fin dal primo film, tornare sulla Terra. A casa. Voci su un possibile quinto capitolo ambientato sulla Terra si rincorsero per qualche anno (a meno che non abbia avuto delle allucinazioni, il che è probabile), ma per varie ragioni non se ne fece nulla. Si decise allora di adottare un differente approccio. Ecco, prima ho citato il mondo del fumetto: si scelse l'approccio del crossover. E di un brusco passaggio ai giorni nostri.
2004: Nel film Predator 2, del 1990, ad un certo punto veniva inquadrata una teca dei trofei del cacciatore alieno. In mezzo a questi, inconfondibile, vi era anche lo scheletro della testa di un alien. Certo, era uno di quelli che in gergo vengono definiti inside-joke... ma non bisogna mai stuzzicare. E nel 2004 il Dracula contro Frankenstein de no' altri diviene realtà. Alien Vs Predator. Questo film detiene l'invidiabile record di essere l'unica pellicola che abbia mai visto che includa tra i suoi protagonisti Raoul Bova (e credetemi, non è uno sforzo indifferente). Sembra di leggere un fumetto di Martin Mystere, ma sceneggiato da Rob Liefeld, con questi alieni che avrebbero influenzato lo sviluppo della civiltà umana eccetera eccetera. Comunque ci sono quelle venti o trenta esplosioni che non possono mancare in un film del genere, anche perchè nessuno (dai produttori al target di spettatore cui si rivolgeva il film) voleva gli approfondimenti stile Ridley Scott. E pensate un po', hanno fatto pure un sequel tre anni dopo: Aliens Vs Predators (notare la sottigliezza dei plurali). Bisogna ammetterlo, si sono impegnati molto per affondare entrambi i franchise.
2012: Arriviamo infine a Prometheus. Voci su un possibile prequel di Alien, diretto dal regista del medesimo, Ridley Scott, si erano rincorse nei mesi precedenti e hanno infine trovato conferma. La storia si colloca circa 30 anni prima del film originario e da un punto di vista narrativo invalida totalmente i due scontri fracassoni con i Predators (ma nessuno ha protestato, e vorrei vedere). Sembra che all'inizio il film dovesse essere un prequel più evidente, ma in fase finale si siano apportate delle modifiche sostanziali. In effetti, a parte la scena finale, i richiami di questo film ad Alien sono l'ambientazione e qualche piccola citazione qua e là (bello rivedere le camere di stasi e la tuta di Ripley). La tematica del corpo come nemico ritorna, ma lascia poi spazio ad una analisi (volutamente?) fallace sul rapporto tra umano e divinità. Alcune pecche nella sceneggiatura, ahinoi, sono evidenti già ad una prima visione. Si poteva fare di meglio. In ogni caso è già previsto un sequel, per il 2014. Per quell'anno forse la creatura ideata da H.R. Giger tornerà a frequentare i nostri incubi.

2 commenti:

  1. "Alcune" pecche nella sceneggiatura di Prometheus?
    Alcune?
    E' come dire che uno scolapasta ha "alcuni" buchi :-)

    Per chi non l'avesse visto, ecco il link all'"honest trailer" di Prometheus:
    http://www.youtube.com/watch?v=RBaKqOMGPWc

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