venerdì 28 settembre 2012

Ed ora un po' di sana violenza


Nel corso di questi decenni il rapporto fumetto/rappresentazione della violenza è cambiato, inevitabilmente. In meglio? In peggio?
All'epoca della Silver Age, complici anche le strette maglie della censura (il famigerato Comics Code Authority), la violenza era molto edulcorata. In DC Comics praticamente inesistente, in Marvel si cercava di osare un po' di più per quanto possibile. Un esempio perfetto è come venivano raffigurate le scene della morte di un personaggio: non c'erano. Per buona parte degli anni '60 tutte le morti, persino nei fumetti di guerra, avvenivano fuori campo: al limite si inquadrava lo sventurato o la sventurata dopo che aveva ricevuto il colpo fatale, mentre spirava tra le braccia di qualcuno sussurrando tristi parole di addio. Sangue? Neanche se ti crivellavano di colpi. E nemmeno scene troppo forti che potevano colpire la sensibilità di allora. Ricordo ad esempio una storia dei Vendicatori scritta da Roy Thomas in cui Testa d'Uovo, con un raggio spaziale, annienta una intera città, ma una didascalia si preoccupa di informarci che prima il criminale aveva informato le autorità, le quali avevano già provveduto all'evacuazione.
Nel decennio successivo, a seguito delle varie rivoluzioni culturali, qualcosa inizia a cambiare. Il primo punto di svolta è, almeno a mio parere, la famosa trilogia sulla droga di Amazing Spider-Man: Stan Lee decide consapevolmente di pubblicare quella storia, nonostante sappia che non riceverà l'approvazione del Comics Code - a quel tempo era vietato qualsiasi riferimento alla droga - e quindi quasi certamente non sarebbe stata possibile la vendita ai minori (a quel tempo Amazing era tra le testate di maggior successo, quindi era un grosso rischio). Però costituisce un precedente, si cerca di mostrare per la prima volta la sofferenza di una persona (Harry Osborn) precipitato nel tunnel del LSD a causa del rapporto conflittuale col padre e dei suoi problemi a relazionarsi con le altre persone. Contemporaneamente c'è il ciclo on the road di Freccia Verde/Lanterna Verde di Dennis O'Neil/Neal Adams, uno sguardo disincantato all'America di Nixon tra paria sociali e problemi che neanche un anello del potere può risolvere.
E poi... poi c'è la morte dell'innocenza. Amazing Spider-Man 121, "La notte in cui morì Gwen Stacy". Di certo non la prima morte "in campo" dei fumetti, ma di sicuro quella che ebbe il maggior impatto nei decenni a venire. Col passare del tempo, la bilancia del cosa poteva essere mostrato si spostò all'insù (e nella maggior parte dei casi era funzionale alla trama) e negli anni '80 cominciano ad apparire anche vere e proprie stragi (la città distrutta dal Capo in "Ground Zero" ad esempio, il quale certo non si preoccupò di avvertire le autorità; ma ancor di più le devastanti tavole iniziali dell'ultimo capitolo di Watchmen). Con un Comics Code già alla fine degli anni '80 privo di significato, poichè la leggenda narra che anche quei pochi albi non approvati venivano tranquillamente venduti nei comic shop statunitensi, ormai le briglie erano sciolte. Finchè arriva l'inevitabile involuzione.
Anni '90 è spesso sinonimo di decadenza dei fumetti, di era oscura... e per certi versi questo è innegabile (per altri no, ma magari ne riparlerò un'altra volta). Tuttavia, nell'esplosione di eroi pompati e scene adrenaliche dell'epoca, la violenza che veniva raffigurata (pur nel suo cercare di essere spettacolare e accattivante) col senno di poi finiva per essere ridicola, irreale, grottesca. Non è più funzionale, ma il più delle volte un elemento a caso da inserire nella trama, nella speranza di accalappiare qualche lettore in più. Uno dei tanti fattori, anche se non il principale, che contribuisce alla crisi del settore in quel decennio.
Soprattutto perchè non è stata mai fatta una vera e propria marcia indietro, anzi. Ancora oggi non si lesina sulle scene di violenza, nei fumetti mainstream. Però c'è anche un contraltare, quei fumetti dove la violenza viene volutamente estremizzata e resa così ridicola, in una sorta di satira verso un certo modo di raccontare la realtà (Kick-Ass ne è l'esempio migliore, in tal senso, ma anche Authority). Quello che personalmente fatico a digerire è come la "carne da cannone", gli elementi sacrificabili senza nome, sia utilizzata senza troppi problemi. Ad esempio: quanti agenti SHIELD sono morti sulla carta in questi ultimi dieci anni (solo in Nemico Pubblico sono una marea)? Eppure ce ne sono sempre altrettanti pronti a prendere il loro posto: davvero gli Stati Uniti sono così pieni di giovani in buona salute, con capacità analitiche e tattiche, pronti a salire su un elivelivolo che un giorno sì e l'altro pure precipita al suolo? Il budget per la difesa sarà schizzato alle stelle. Pure le Lanterne Verdi non scherzano, comunque, anche se qui hanno un intero universo a cui attingere: ti piace vincere facile. Questa è la maledizione dell'uomo con la divisa rossa di Star Trek portata ai massimi livelli, un po' più di attenzione non guasterebbe.

venerdì 14 settembre 2012

Hulk: The Winter Guard


One-Shot pubblicato nel febbraio 2010
David Gallaher (storia)-Steve Ellis (matite, chine, colori)-Jordan D. White (supervisione)

Stella Nera viene tenuta immobilizzata dalla Presenza. Sergei Krylov la bolla come un'impostora: mentre era in cella aveva udito della morte di sua figlia Laynia e ne era rimasto rattristato, poi gli erano arrivate voci di una possibile resurrezione. Ma la donna davanti a lui è nulla più che una insignificante imitazione. La Presenza ha anche provveduto ad immobilizzare, tramite una mostruosa creatura tentacolare con un occhio solo, i compagni di squadra dell'eroina: Dinamo Cremisi, Ursa Major, Guardiano Rosso, tutti loro hanno giurato di servire i principi di libertà e giustizia nel nome della Russia.
Stella Nera prova a far ragione la Presenza: è vero, non è sua figlia. Si chiama Sasha Roerich, ha adottato il nome in codice di Laynia Petrovna per onorare la sua memoria nella Guardia d'Inverno. La Presenza non la sta ad ascoltare e la scaraventa via, intimandole di sparire dalla sua vista. Mentre Sasha è a terra, il Guardiano Rosso invita l'eroina a guadagnare ancora un po' di tempo, gli è venuto in mente un piano. Stella Nera esorta Krylov a porre fine ai suoi atti di violenza e ai suoi folli esperimenti, loro possono aiutarlo. La Presenza ribatte che non ha bisogno di alcun aiuto e, se Sasha Roerich vuole davvero onorare la memoria di sua figlia, può diventare lei: con le sue abilità divine può infatti ricrearla a livello sub-atomico.
In quel momento il Guardiano Rosso riesce a liberarsi dai tentacoli della creatura che lo tenevano prigioniero ed attacca la Presenza, bloccandolo a terra e ordinando a Stella Nera di liberare gli altri loro compagni di squadra. Sasha esegue, poi il Guardiano Rosso chiede alla Dinamo Cremisi di analizzare la creatura tentacolare, per individuarne i punti deboli. L'eroe russo compie una rapida analisi sui dati biologici e sull'energia gamma di cui la creatura è composta, trovando conferma ai suoi sospetti: è una forma di vita protoplasmica instabile. Questo mostro è, o meglio era, Igor Drenkov, l'uomo responsabile della creazione di Hulk. Mentre la Dinamo Cremisi si interroga su come liberarsi della creatura, essa allunga un suo tentacolo verso l'eroe, con una bocca alla sua estremità. Prima che l'eroe russo possa reagire, le fauci del mostro si chiudono su di lui, sputandone poi via il casco.
Il Guardiano Rosso non può far altro che prendere atto della fine del suo amico Vadim, poi ordina a Stella Nera di distruggere la creatura. Sasha afferma che il suo compagno di squadra è impazzito: sarebbe come aprire il vaso di Pandora. Le sue capacità richiedono un prezzo da pagare, assorbire questa creatura potrebbe segnare la sua rovina. Ursa Major esorta l'eroina ad agire subito, devono correre il rischio. Stella Nera inizia a propagare la forza oscura dal suo corpo fino ad avvolgere con essa la creatura per intero e ad annientarla per sempre, finchè ne rimane solo il ricordo. Esausta per lo sforzo, Stella Nera precipita al suolo, ma viene afferrata da Ursa Major. Il Guardiano Rosso contatta il centro di comando, riferendo della morte di Vadim: bisogna attivare il Mark XII... e chiamare la stampa.
Poco dopo la Guardia d'Inverno, investita da decine di flash dei fotografi, sale trionfante su un elicottero, mentre le autorità si occupano di portare via la Presenza. Una volta a bordo del mezzo, il Guardiano Rosso dà il benvenuto nella squadra alla nuova Dinamo Cremisi, la quale si toglie il casco e si presenta: il suo nome è Galina Nemirovsky. Intanto Ursa Major, tornato alla sua forma umana, chiede a Stella Nera come si senta. Lei risponde che va tutto bene.

Sasha Roerich è a colloquio con Dimitri Bukharin, ex Dinamo Cremisi e ora membro di contatto tra la Guardia d'Inverno ed il comitato esecutivo di sicurezza russo. Sasha osserva un dipinto dei Bogatyri alle spalle dell'uomo: grandi eroi che, nonostante le loro differenze, collaborarono per un obiettivo comune. Fin da piccola, la donna sognava di poter un giorno servire la sua patria, come loro: era certa che la Guardia d'Inverno le avrebbe dato questa opportunità, ma ora pensa che non è più così. E non è per via dei suoi compagni di squadra, ma a causa sua. Bukharin non capisce: secondo gli ultimi esami medici, la donna è in piena forma, sia a livello fisico che mentale e il suo livello di potere è paragonabile, se non superiore, a quello di Laynia Petrovna. Sasha controbatte: non è questo il punto, dentro di lei c'è il DNA di una donna morta e a volte è come se la sentisse agitarsi dentro di sè. Bukharin capisce ciò che prova, ma la sua opinione è che questo sia solo un effetto collaterale per aver sforzato ultimamente i suoi poteri. Se necessario, ordinerà altri test medici, ma non ritiene necessario togliere adesso Sasha dalla squadra. Quello di cui lei ha bisogno ora è un periodo di riposo.
Nel frattempo, gli altri componenti della Guardia d'Inverno sono in un bar, intenti a giocare a una partita di biliardo. Il Guardiano Rosso chiede a Galina Nemirovsky, la nuova Dinamo Cremisi, se abbia preso una decisione sull'armatura da utilizzare sul campo. La donna risponde che in un primo istante aveva considerato l'armatura Ultra-Dynamo per la sua potenza di fuoco superiore, resistenza e capacità di inquadrare l'obiettivo, ma ormai sta per optare per il Mark XIII, una versione molto più manovrabile rispetto alle precedenti. La sua preoccupazione principale però è avere sufficienti capacità umane per portare avanti efficacemente il loro lavoro. Il Guardiano Rosso ribatte che loro sono gli eroi inonici della Russia: questi non sono gli Stati Uniti, i loro ranghi non sono composti da elementi di serie B. E in ogni caso, in attesa dietro le quinte, ci sono candidati come lei che sono stati allenati per entrare a far parte della squadra all'istante. I piloti della Dinamo Cremisi sono difficili da formare, ma sono facilmente intercambiabili, questo lui lo sa bene. Galina chiede allora se loro non siano nient'altro che eroi sostituibili. È Ursa Major a rispondere: loro sono eroi eterni. Ci sarà sempre bisogno di un Guardiano Rosso, anche se non sarà sempre Anton.
In quel momento fa il suo ingresso Bukharin, il quale riferisce che Stella Nera in questo momento si trova in infermeria. Al contempo il gruppo di rivoluzionari sovietici noti come Remont Six hanno assaltato uno stabilimento dell'AIM: dovranno essere fermati senza l'aiuto di Sasha Roerich. Poco dopo il gruppo parte alla volta del luogo della missione. Durante il volo Ursa Major, tramite uno schermo, fa vedere a Galina i membri dei Remont Six: Iron Maiden, Titanium Man, l'Unicorno, i Leopardi della neve e Volga. Pochi secondi dopo i tre eroi escono dal mezzo e si lanciano contro i criminali. Il Guardiano Rosso inchioda subito a terra l'Unicorno col suo scudo, mentre Iron Maiden avanza verso di lui chiedendogli perchè un compagno che indossa i colori dell'Unione Sovietica li voglia combattere. L'eroe ribatte che i colori che porta sono quelli della federazione russa... e non è suo compagno. Tuttavia il Guardiano Rosso si distrae e non si avvede dell'attacco alle spalle dell'Unicorno, il quale si è rapidamente ripreso.
Iron Maiden allora ordina al suo compare di squadra di concentrare il suo fuoco sulla Dinamo Cremisi, cosa che lui fa prontamente. Galina Nemirovsky riesce ad evitare l'attacco, ma così facendo lascia il fianco scoperto a Titanium Man, che ne approfitta subito, Intanto Ursa Major subisce l'assalto di Volga e dei Leopardi della Neve. In un primo istante pare subirlo, poi colto dall'ira riesce a liberarsene. Gli altri Remont Six dunque decidono di concentrare i suoi sforzi su di lui.
Nel frattempo Sasha Roerich vive nella sua mente le esperienze di Laynia Petrovna: quando ricevette il medaglione con cui avrebbe potuto controllare i suoi poteri; quando entrò a far parte dei Campioni; quando insieme a suo fratello entrò a far parte della Guardia d'Inverno; e infine quando Fantomex la uccise. La donna si risveglia e, convinta che tutto ciò sia opera della Presenza, si precipita nella sua cella di detenzione. Come entra, Sergei Krylov le chiede se l'oscurità si annidi ancora dentro di lei. Stella Nera gli chiede perchè sia continuamente perseguitata dalle memorie di sua figlia e di Igor Drenkov: se questa è opera sua gliela farà pagare. Per nulla impressionato dalle minacce, Krylov spiega che mentre cercava di rimodellare la sua struttura cellulare ha scoperto che la forza vitale di sua figlia condivide una relazione simbiotica col medaglione di Sasha, a lei legato a livello subatomico. Sasha Roerich è semplicemente una unita biologica che ospita un potere che non può comprendere: non potrà mai avere la forza di Laynia. Il suo destino è scritto, il suo fallimento inevitabile.
Punta sul vivo, Sasha decide di dimostrare coi fatti di essere forte, una vera eroina. Esce così dalla cella di detenzione e si reca da Dimitri Bukharin, chiedendogli dove si trovino i suoi compagni di squadra. Non appena viene a sapere che stanno combattendo i Remont Six poco fuori la Zona Proibita, si teleporta lì.
Intanto Ursa Major riesce a mettere ko Iron Maiden e l'Unicorno, ma si fa sorprendere alle spalle da Titanium Man, il quale lo porta in alto fino a lasciarlo poi cadere. Proprio allora Stella Nera giunge sulla scena e, avvedendosi della situazione, crea per lui un portale per trasportarlo al sicuro. L'eroina viene sorpresa alle spalle da un raggio energetico di Titanium Man, ma ciò non fa altro che accrescere la sua rabbia: facendo fuoriuscire la Forza Oscura dal suo corpo afferra il criminale e lo scaraventa con forza al suolo, ma ciò non impedisce che la Forza Oscura continui ad aumentare, fino ad assumere la forma della creatura tentacolare che era un tempo Igor Drenkov. La Dinamo Cremisi la analizza coi suoi sensori: qualunque sia la materia di cui è composta Stella Nera, quella che è ora di fronte ai loro occhi ne è una versione ai raggi gamma. Se continua a crescere consumerà tutta la luce e le radiazioni nelle vicinanze. Il Guardiano Rosso ordina a Ursa Major e Galina di catturare i Remont Six, lui si occuperà di Sasha.
Sfruttando la sua agilità, l'eroe si avvicina al centro della creatura, dove campeggia un occhio a forma di stella. Al contempo contatta Bukharin e gli chiede se i poteri di Stella Nera provengano dal suo medaglione. L'uomo risponde che non è proprio così, ma quel medaglione le permette di controllare le sue capacità. Il Guardiano Rosso allora, con grande sforzo, arriva davanti al medaglione: gli dispiace che debba finire così. Con un urlo di dolore e praticamente perdendo la sua mano cibernetica, afferra il medaglione e lo strappa dalla creatura, la quale perde immediatamente coesione fino a svanire nel nulla. L'eroe russo precipita al suolo, ma viene afferrato a mezz'aria dalla Dinamo Cremisi. Una volta a terra, il Guardiano Rosso contatta Bukharin e riferisce della scomparsa di Sasha Roerich: bisognerà mandare un'altra Stella Nera alla conferenza stampa. Inoltre avrà bisogno di alcune riparazioni.
Dopo che la Guardia d'Inverno ha fatto la consueta passerella trionfale davanti a giornalisti e fotografi, si presenta al cospetto di Bukharin. L'uomo si dispiace di quanto accaduto a Sasha, ma ha dato il meglio che poteva. Poi porge il medaglione alla nuova Stella Nera, Reena Stancioff, che viene presentata alla squadra. La donna osserva il medaglione, che le rimanda un riflesso di Sasha Roerich.

FINE

martedì 11 settembre 2012

Impressioni da Narnia Fumetto


Il viaggio verso Narnia Fumetto comincia con una peculiarità tipicamente italiana. Mi preoccupo di prenotare il posto sul treno, ma salito a bordo scopro che il numero che mi è stato assegnato... non esiste (e mi è andata anche di lusso, in un'altra occasione non esisteva nemmeno la carrozza). "Sarà un lungo viaggio" penso subito. Per un po' accanto a me c'è una simpatica signora che, quando mi vede sfogliare un fumetto, mi dice:"Legge i pupazzetti, eh? Bravo, bravo".
E infine arrivo a Narni, che ad un primo impatto mi dà l'idea di quella classica piccola cittadina dove sembra non debba accadere mai nulla e tutta la movida è concentrata nel bar vicino alla stazione. In realtà molte sorprese erano dietro l'angolo. E la prima arriva di buon mattino. Messaggio da Alessandro Vitti: bisogna portare Rafa Sandoval presso lo stand del Lateral Studio, visto che alloggiamo nello stesso albergo. Con calma e pacatezza ("Oddiooddiooddio devo organizzarmi al meglio e non fare errori, non fare errori") riesco nell'intento senza traumi e nel mentre incontro la mia vecchia conoscenza Federico Cerri Ciommei, (il logo di questo blog è suo, sappiatelo!) con tanto di baffetti alla sparviero! La fiera a tutti gli effetti ha per me inizio: col mio bracciale del potere "all access" non ho limiti.
La location è intrigante, il centro storico di una città lo è sempre, i passaggi negli stand sono abbastanza ampi da non rischiare l'effetto mancanza di respiro Lucca-style e lo staff (ehilà, ma quanti eravate!) è pronto ad intervenire laddove necessario. Con la sua presenza anche in caso di assenza, Francesco Settembre tiene in mano il polso della situazione. Quello che personalmente spero è che gli spazi espositivi nel futuro aumentino ancora (sono passato davanti allo stand Lion due volte prima di accorgermi che era lì).
Rafa Sandoval trova il suo posto presso lo stand Lateral, mentre lì accanto vedo Dave Gibbons che prende posto e inizia a realizzare sketch. Mi avvicino. Gli vedo disegnare un Rorschach per un fan in un minuto scarso (forse un po' poco, ma con tante richieste un compromesso lo si deve pur trovare) e sta lì poi tutta la mattinata a fare altri sketch o firmare volumi, senza mai prendersi una pausa se non per dissetarsi o scambiare due parole con sua moglie, decisamente una persona molto paziente.
Inizio a fare i miei giri. Noto in uno stand Verso La Tempesta di Will Eisner e mi riprometto di aquistarlo dopo, solo che poi a ora tarda mi scordo che stand era e l'acquisto non c'è più, complimenti a me. Ritorno allo stand Lateral e inizio a sfogliare Red Dread 2, scoprendo che il mio nome appare in seconda di copertina, come componente della redazione. Mi premuro di avvisare della cosa poche persone, tre/quattrocento circa, solo per dovere di cronaca chiaramente.
La giornata passa veloce e c'è infine la premiazione: i Leoni di Narnia Fumetto. Tra i premiati voglio segnalare il riconoscimento alla carriera dato a Pino Rinaldi, grande maestro del fumetto italiano... e americano. Qualche buontempone ogni tanto apriva le tendine del finestrone in alto, accecando tutti in un tentativo di replicare la scena "Ho visto la luce" di Blues Brothers, ma va beh, un dettaglio.
Con la chiusura del giorno di fiera, come nelle migliori tradizioni c'è infine la cena degli autori, dove è presente anche l'imbucato più potente della Terra, ovvero il sottoscritto. In una megatavolata di circa 80 persone ho il piacere di stare accanto a Pino Rinaldi, che a sera inoltrata trova ancora la forza e la voglia di realizzare sketck di Wolverine e Nathan Never per alcuni dei partecipanti, un vero signore. Doverosa infine la premiazione di "miglior spammatore facebookiano" per Marco Foderà.
E siccome questo post deve avere una degna conclusione, chiudiamo con i ringraziamenti. Grazie dunque a Francesco, Federico, Chiara, Valentino, Alessandro, Matteo, Rafa, Alessandra, Dave, Pino, Andrea, Tommaso, Pasquale, Marco, l'altro Marco, ma soprattutto a Nadia Fumeiro! Mi sa che ci vedremo anche l'anno prossimo, ragazzi.
Ah, per il viaggio di ritorno... stavolta il numero di posto esisteva!

sabato 1 settembre 2012

Rom Spaceknight (III)


Rom arriva in una piccola cittadina del Galles, dove scopre con suo orrore che gli abitanti di questa città offrono i loro figli in sacrificio agli Spettri Neri (si sa, i metodi educativi anglosassoni sono un po' duri). La cosa, come dirla in parole semplici, lo fa leggermente incazzare tanto che quando si trova faccia a faccia con i suoi nemici, Rom contravviene per la prima volta al suo giuramento di non uccidere, ma la cosa non lo sconvolge affatto. Inoltre scopre che si sta avvicinando una convergenza stellare per cui i poteri mistici degli Spettri Neri stanno per giungere al loro massimo picco... e poi saranno cavoli.
La battaglia finale si svolge nel castello dove avvenne l'ultima battaglia tra l'esercito di Re Artù e le orde di Morgana LeFay. Il Cavaliere Spaziale sembra dover soccombere alla sovrastante potenza degli Spettri Neri, ma in quel momento gli spiriti di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda intervengono in suo soccorso (ragazzi, cosa volete che vi dica?) e così alla fine il pericolo viene sventato e i bambini vengono salvati.
Intanto a Clairton l'assennata Brandy Clark si dedica alla professione di tombarola e profana la tomba di Starshine, portando la scintillante e inerte armatura nella cantina di casa sua. Dove finalmente ha l'illuminazione:"E ora che cavolo ci faccio?". Sì, perchè se ben ricordate, per riunirsi a Rom Brandy si era detta che doveva trovare un modo per non essere una donna. E quindi? E quindi deve diventare anche lei un Cavaliere Spaziale, fila il ragionamento, no? Ma per sua fortuna qualcuno è pronto ad aiutarla: il Dr. Dredd! IO SONO LA LEGGE! Ehm... cioè, costui compare dal nulla, offre assistenza senza chiedere nulla in cambio, i suoi occhi risplendono in maniera sinistra... chiunque capirebbe subito la vera natura di questo tizio (se no potete sempre leggere Annihilators prima che continuiate con questo mio delirio e vi faccia uno spoiler), ovvero che è uno Spettro Nero. (Domanda: ma non si era detto che, nella razza degli alieni mutaforma, solo le 'donne' avevano poteri magici? Perchè allora questo che è un 'uomo' li ha? Mah! Ci sarà Tootsie anche nella Galassia della Nebulosa Nera).
Il Dr. Dredd, coi suoi poteri mistici, può fondere la parte umana e la parte cavaliere spaziale di Brandy (non sapevo come mettere giù questa frase senza risultare ridicolo, scusate): lei lo desidera? Hai voglia! Prevedo guai...

CONTINUA...