martedì 21 agosto 2012

La DC e i suoi reboot: dalla Golden alla Silver Age

Ogni 20 anni o giù di lì il DC Universe sente il bisogno di ricominciare. Da zero o quasi. Per poi pentirsi parzialmente e tornare sui propri passi. Questa è la storia della nascita di un universo e dei suoi reboot.


1938: Anno fondamentale. Su Action Comics 1 fa la sua comparsa il colorato alieno Kal-L, alias Superman di Krypton. Il personaggio è una creazione dei giovanissimi Jerry Siegel e Joe Shuster, che rimaneggiano (e non poco) un altro personaggio con lo stesso nome da loro ideato alcuni anni prima per una fanzine. Successo di vendite spropositato e una casa editrice che, sfruttando la giovane età e l'ingenuità dei due ragazzi, se ne accaparra i cospicui meriti economici. Ma ne vuole ancora di più. E così, l'anno successivo, ecco Bat-Man di Bob Kane e Bill Finger. Poi tocca a Gardner Fox che, con poche eccezioni, crea buona parte dei componenti della Justice Society Of America. È poi la volta di uno psicologo appassionato di bondage, William Moulton Marston, che concepisce un'eroina parto delle fantasie sessuali sue, di sua moglie e della sua amante: Wonder Woman. Ma c'è Flash in tutto questo? Certo. Creato dal Gardner Fox di cui sopra, è il giovane studente Jay Garrick, che combatte il crimine con un elmetto che ricorda l'alato dio Mercurio. Infine Bill Finger si prende un po' di gloria ed idea un giustiziere di nome Alan Scott armato di un anello magico: Lanterna Verde. Questa è la Golden Age.
Il boom arriva con la Seconda Guerra Mondiale, gli eroi combattono la minaccia nazista sul fronte interno e sul campo di battaglia. Terminato il conflitto, l'interesse per i supereroi (forse fin troppo legati ad un evento bellico che tutti vogliono lasciarsi alle spalle) inizia a scemare e molti di loro scompariranno nel 1949. Tra i pochi sopravvissuti Superman, Batman, Wonder Woman: la sacra trinità. La "santa crociata" di Fredric Wertham, iniziata circa cinque anni dopo, sembra dover mettere per sempre una pietra tombale sulla Golden Age e sui colorati uomini del mistero. Ma la censura ha fatto i conti senza l'oste, che in questo caso si chiama Julius Schwartz.


1956: Impazzano i fumetti western, quelli romantici, quelli con mostri ridicoli sconfitti col solito colpo di scena telefonato. Ma c'è qualcuno che pensa che i supereroi possano ancora dire la loro, basta riprendere i concetti che hanno segnato il loro successo e modernizzarli per riproporli ad una nuova generazione di lettori (sì, questo discorso non è così nuovo). Questo qualcuno si chiama Julius Schwartz, un uomo la cui importanza per la storia del fumetto è pari a quella di Stan Lee. E chi è l'eroe prescelto? Flash. Con l'aiuto di Robert Kanigher e le incredibili, dinamiche matite di Carmine Infantino nasce Barry Allen, detective della scientifica che, colpito da un fulmine, viene inondato di elementi chimici e diviene un eroe. Il tutto su Showcase 4. Per chi avesse dubbi, questo era già un reboot: il Flash della Golden Age è ritenuto, fin dalla prima pagina di questa storia, nulla più che il personaggio di un fumetto. Alla faccia della continuity. Il successo è immediato e il nuovo Flash compare su altri tre numeri di Showcase prima di comparire su una serie a lui dedicata. Curiosamente è la stessa che era dedicata al Flash della Golden Age e che prosegue la numerazione dal nr. 105 (oggi si ricomincerebbe sicuramente da uno, ma grazie al cielo a quell'epoca non si pensava a queste cose).
Flash è il primo di una nuova era. Altri eroi, con nuove identità, fanno capolino in pochi anni: Lanterna Verde è ora Hal Jordan, un pilota collaudatore appartenente ad un corpo di polizia interstellare; Hawkman non è più la reincarnazione di un dio egizio, ma un poliziotto alieno proveniente dal pianeta Thanagar; Atom non è più Al Pratt, ma Ray Palmer, uno scienziato che sfrutta le potenzialità di una nana bianca. Anche gli eroi che non cambiano identità (la sacra trinità, Aquaman, lo Spettro) vengono rimodernati e le origini aggiornate ai tempi moderni (sì, anche questo discorso non è così nuovo). Dalle cupe atmosfere belliche, si passa ad un'epoca che sembra foriera di meraviglie, della scienza e sociali, dove l'immaginazione la fa da padrona: questa è la Silver Age.
Però c'è qualcuno che la Golden Age ancora la ricorda, non ci sono solo nuovi lettori, e quelli che vorrebbero sapere chi fosse il Flash dei 104 numeri precedenti. Le pagine della posta ne chiedono a gran voce un ritorno e la DC li accontenta. Ma come? Jay Garrick non era un personaggio immaginario, che viveva solo sulle pagine dei fumetti? Beh, ve l'avevo detto che la DC si pente sempre delle sue scelte per tornare sui propri passi...

Prossimamente: l'epopea del Multiverso

3 commenti:

  1. Te sei preso un bell'impegno, te sei preso...una sola parola:Hawkman! Ti sfido a riassumere in termini umanamente comprensibili la continuity di costui!

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  2. Oh, e Troia, ovviamente...(no offense)

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  3. Con Hawkman potrei sinceramente lasciarci le penne :)

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