domenica 27 maggio 2012

Un argomento originale, anzi due: Before Watchmen e Spider-Men


Giugno sarà un mese davvero caldo (hot, se volessimo fare i fighi) per il mondo del fumetto americano. E non solo. Perchè sarà il mese in cui usciranno contemporaneamente (e non è una coincidenza) due tra i progetti più chiacchierati di sempre: Before Watchmen e Spider-Men.
Il primo, articolato in ben sei miniserie, consiste negli ormai celeberrimi prequel di Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons. E su queste storie sono già state dette peste e corna... prima della loro pubblicazione. Moore ha rilasciato molte più interviste del solito in questo periodo, inviperito come una iena (e a volte "provocato" dall'intervistatore di turno nel modo giusto), ma in una delle prime disse una cosa interessante. Qualcosa del tipo:"Si aggrappano ancora a idee e personaggi di 25 anni fa, possibile che non riescano a creare nulla di nuovo?". E per quanto Moore possa risultare adesso detestabile, quella domanda è sensata. Sto cercando di pensare all'ultimo personaggio in ordine di tempo creato da una delle due major che sia ancora sulla cresta dell'onda e mi viene in mente solo Deadpool, che è stato creato nel 1991; mentre l'ultimo concetto originale, sempre partorito da una delle due major, probabilmente è Thunderbolts, del 1997. Insomma, fermo restando che arriveranno decine di smentite, parrebbe che è da circa 15 anni che le due big non tirano fuori qualcosa di veramente nuovo, per quanto oggi farlo sia sicuramente molto più difficile che non negli anni '60.
E allora? E allora, e questo lo percepisce a mio avviso anche il lettore meno avvezzo a queste polemiche, con tutti i proclami che forse in maniera avventata sono stati fatti, questi due progetti hanno bisogno di una vera anima creativa, devono riuscire a saper dire qualcosa di nuovo. In due interviste rilasciate in due momenti diversi, due sceneggiatori dei prequel di Watchmen (J.M. Straczynski e Brian Azzarello) hanno detto entrambi la medesima cosa: la miniserie originaria, tramite l'ambientazione e i suoi personaggi, rifletteva i dubbi e le inquietudini del tempo della sua pubblicazione, la stessa cosa può essere fatta oggi, modernizzando i personaggi e i concetti che stavano alla base di Watchmen. Ecco, è stato individuato un obiettivo: qualcuno malignamente potrebbe ribattere che non c'è nulla da modernizzare, quei personaggi ci hanno già detto tutto il necessario. Ma questo sarebbe un processo alle intenzioni e dunque prima occorrerà leggere questi prequel. Saranno un grande successo commerciale, senza ombra di dubbio (gli inviti al boicottaggio mi fanno un po' sorridere), bisogna solo vedere che traccia lasceranno di loro stessi. Di Watchmen si parla ancora oggi, a distanza di 26 anni; nel 2038 parleremo ancora di Before Watchmen?
Il secondo progetto è il primo team-up ufficiale tra il Marvel Universe e l'Ultimate Universe, a undici anni di distanza dalla creazione di quest'ultimo. E non poteva che vedere protagonisti i portabandiera dei due mondi, anche del politically correct. Nel florilegio di complimenti ed entusiasmi da parte della Marvel (almeno non hanno detto che è una storia originale, gliene va dato atto), è emerso soprattutto da parte dello sceneggiatore Brian M. Bendis di concentrarsi su Peter Parker e la sua reazione a questo audace, nuovo mondo. Anche qui, seppur meno ambizioso, l'obiettivo è dichiarato. Il resto starà a noi.

4 commenti:

  1. Caro Favoloso,
    non mi pare Daken non abbia successo e comunque resta il fatto che nell'universo supereroistico NON si muore, ergo più gente ci butti dentro più affollato si fa il calderone. Non sono così sicuro sia un male stare calmi.
    L'originalità di Moore invece? Neonomicon? Bellissimo ma originale proprio non direi. L'Abc? Ehm... La sua Lega dei Gentlemen? Uhm...
    Diciamo pure che trent'anni fa essere originale fu quasi semplice, oggi è praticamente impossibile.
    A scanso d'equivoci (per altri commentatori) non ho nulla contro Moore, anche per me è un grandissimo autore.

    RispondiElimina
  2. L'originalità non è un valore aggiunto a prescindere, lo dimostra lo stesso curriculum di "zio" Alan con la sua produzione: dalle ottime storie brevi di Lanterna Verde e il ciclo di Swmap Thing, Alan Moore ha demolito il concetto di supereroe con Watchmen, che resta e rimarrà un fumetto imprescindibile (e senza il quale molti di noi non sarebbero orgogliosi di dirsi fumettofili), ribadendo più volte come si potesse reinventarne l'epica in chiave moderna con i suoi contributi su Supermen (fantastici What happened to the Man of Tomorrow e The Last Day of Supeman), Supreme alla Image e tutta la sua produzione ABC.
    Se Superman, Batman oppure Spider Man, i Fantastici Quattro e gli X-Men sono durati tanti anni è per la forza dell'idea che sta dietro ogni personaggio, senza togliere il fatto che c'è chi ha combinato disastri inenarrabili, stesso discorso a Rorschasch&co. che Moore ha reso icone di un certo fumetto a metà strada tra il mainstream e l'indie, quindi ben vengano nuove storie con i suddetti protagonisti, soprattutto se i team creativi sono all'altezza.

    RispondiElimina
  3. Da segnalare doverosamente che il team up tra Peter Parker e Mile Morales lo disegna l'attuale titolare della testata di quest'ultimo, Ultimate Comics SPider Man, l'italianissima (e marchigiana de Porto Sant'Elpidio, mia conterranea) Sara Pichelli, da poco tempo insignita al Kapow di Londra dei prestigiosi Stan Lee Awards come Best Artist e Best Newcomer!

    RispondiElimina
  4. E (faccio un po' lo sborone) con cui ebbi il piacere di una cena circa un anno fa in quel di Terni, insieme a David Messina, Francesco Settembre ed altre persone straordinarie!

    RispondiElimina