venerdì 21 dicembre 2012

La Legione dei Sostituti: Marvel

Nella scorsa puntata abbiamo parlato di alcuni eroi sostituti che la DC Comics piazzò negli anni '90 per soppiantare alcune delle sue più celebri icone. Sostituti che, salvo rari casi, sono scomparsi nel nulla: una maledizione che ha colpito anche coloro che provarono a rimpiazzare le icone della Marvel negli anni '90. Ecco a voi la nuova Legione dei Sostituti.

UOMO RAGNO

Come dimenticare la Saga del Clone, come? Non lo so, c'è chi ci prova da anni senza successo. Fatto sta che tutto risale a una storyline degli anni '70 in cui il professor Warren, lo Sciacallo, clonava nella cantina di casa sua sia Peter Parker che Gwen Stacy (sì, lo so che poi è stato spiegato chi era il finanziatore... forse era meglio se rimaneva la soluzione della cantina). Cercando di instillare nell'Uomo Ragno la 957565686ima crisi di identità (ne aveva già avute alcune in quel periodo, come potete intuire), falliva rimanendo infine coinvolto in una esplosione. Sembrava morire anche il clone e così l'altruista Peter Parker gli rese omaggio gettandolo in una ciminiera... bravo, ragazzo!
Passano una ventina d'anni e un giorno, durante una riunione editoriale, qualcuno - sembrerebbe Terry Cavanagh - dice:"Ah regà, ma ve ricordate der clone?". Magari le parole non saranno state proprio quelle, ma il senso sì. Ha inizio allora una delle saghe più intricate, raffazzonate e sconclusionate della storia, con cambi di direzione da una storia all'altra e con sceneggiatori che era lampante come il sole non avessero idea di dove stessero andando a parare. Il clone torna, si chiama Ben Reilly: è il vero Uomo Ragno, Peter è il clone; anzi no, Ben è il clone e Peter è il vero Uomo Ragno; anzi no, entrambi sono cloni e Zia May è il vero Uomo Ragno; anzi... Come epilogo, scartata l'idea del primo mandante di questa sciagura (Howard Mackie... volevo dire Harry Osborn), si opta per il più classico Norman, noto manipolatore facciale di vecchie attrici in punto di morte. Ben Reilly alla fine si scopre avere un difetto di fabbricazione e si sbriciola in mille pezzi.
Ora questa è stata la sua dipartita e in seguito è comparso solo tramite pochissimi flashback, una miniserie truffa che voleva spiegarci come dovevano andare veramente le cose o, al limite, come il soggetto indiretto di alcune battute (del tipo, tizio:"hai presente la clonazione?", Uomo Ragno:"Ti prego, non parlarmene!"). Eppure questo personaggio ha un insolito seguito di fan ancora oggi, lettori che quasi sicuramente hanno cominciato a leggere le storie dell'Uomo Ragno negli anni '90 e dunque per loro (non si può dar loro torto, la colpa casomai è di altri) Ben è ancora il vero Uomo Ragno. Ma siccome Saga del Clone è ancora oggi sinonimo di una cascata di risate negli ambienti del comicdom, tranne che negli uffici dirigenziali della Marvel, non tornerà mai.



THOR

Anche qui parliamo di un personaggio che è rimasto nel cuore di molti lettori. In seguito ad uno strano incidente, l'architetto Eric Masterson acquisisce parte dei poteri di Thor e, quando il dio del tuono viene esiliato da Odino per aver ucciso quel bravo ragazzo di Loki (chiaramente non era così, era solo il 957565686° piano di vendetta del dio degli inganni - ehi, è lo stesso numero di crisi di identità di Peter Parker!), Masterson in persona diviene Thor. Il suo autore, e sostanzialmente unico sceneggiatore, Tom DeFalco applica la stessa cura adottata da Ron Marz per Kyle Rainer: lo rende un Peter Parker. Masterson infatti si fa mille pippe sui suoi poteri, ha problemi con la moglie e il figlio (Mefisto, dove sei quando c'è bisogno di te?), problemi sul lavoro, problemi col padrone di casa, problemi col condizionatore, problemi col... Oltre a questo, si cerca di costruirgli attorno anche un parco nemici nuovo, tra cui il più celebre rimane Bloodaxe (citazione a sua volta, a causa della sua identità misteriosa, della prima saga di Goblin), identità misteriosa che per i lettori italiani sarebbe rimasta tale se oggi non ci fosse Wikipedia.
Col ritorno di Thor, Masterson acquisisce un nuovo martello e una nuova identità: Thunderstrike. Ed anche una nuova serie con questo nome che riprende le ambientazioni e i personaggi durante la sua permanenza su Thor e... risulta tra le meno vendute della storia della Marvel. Così dopo 24 agonizzanti numeri alla fine Thunderstrike - la copia - viene ucciso da Thor - l'originale, mentre è preda di sete di sangue e brama di violenza: molto simbolico, no? A seguito della sua scomparsa, solo Kurt Busiek negli anni successivi ricorda Thunderstrike fino a quando... ricompare. Ma non si tratta di Eric Masterson, bensì di suo figlio Kevin che prosegue l'eredità di famiglia. Per il momento lui è ancora vivo, mentre di suo padre più nessuna notizia.


GHOST RIDER

Negli anni '70 il personaggio di Ghost Rider - Johnny Blaze, la versione marvelliana del Faust, spopolò, soprattutto tra i bikers americani che lo elessero a loro simbolo. La sua battaglia contro il demonio era probabilmente vista a quell'epoca come una metafora della lotta dei giovani dannati contro il malvagio estabilishment, antiquato e sordo alle loro invocazioni. Col tempo però Johnny Blaze perse il suo appeal e nel 1983 la sua testata chiuse, con lui libero infine dalla maledizione di Mefisto.
Sette anni dopo un altro ragazzo dannato (dalla vita) di nome Dan Ketch trovò uno strano medaglione e la maledizione di Ghost Rider passò a lui. Quasi venti numeri dovettero uscire prima di rivedere Johnny Blaze e molti di più si dovettero attendere per capire quale fosse la loro relazione e cosa fosse il Ghost Rider, particolare quest'ultimo mai del tutto chiaro. L'eccessivo annacquamento delle trame poteva non essere un problema all'inizio, visto che la serie poteva contare sui disegni allora innovativi di Javier Saltares e Mark Texeira, ma poi piano piano tutti i buchi di trama e incoerenza vennero alla luce (anche qui come nella Saga del Clone era chiaro che non si aveva idea di dove si volesse andare a parare) e così alla fine la serie si chiuse senza un vero e proprio epilogo, che rimase nel cassetto per circa una decina di anni prima di essere pubblicato.
Successivamente, Dan Ketch comparve sì e no un paio di volte, poichè la Marvel nelle mini e serie successive tornò a concentrarsi su Johnny Blaze, visto che lui era anche il Ghost Rider cinematografico, poi però il secondo Ghost ebbe una breve "fiammata di ritorno" con Jason Aaron, prima di tornare nell'oblio ed essere sostituito come sostituto da una donna. La maledizione del Ghost Rider ha colpito ancora.


DEATHLOK

Un caso davvero particolare. Negli anni '70 impazzarono le distopie alla Marvel: una fu quella di Killraven, che viveva in un 2015 alternativo dominato dai marziani di H.G. Wells; l'altra quella di Deathlok, un cyborg che combatteva contro una dittatura paramilitare nel... 1990! Col passare del tempo, e l'avvicinarsi dell'annus horribilis, il futuro di Deathlok divenne uno dei tanti mondi alternativi della Marvel. Tuttavia proprio nel 1990 nacque un nuovo Deathlok: suo ideatore, e principale responsabile della sua evoluzione, fu lo sceneggiatore Dwayne McDuffie. Costui cercò di ribaltare le carte in tavola, scegliendo come protagonista del nuovo Deathlok il pacifista Michael Collins, in netto contrasto col militare Luther Manning, e costruendogli attorno anche un background familiare. Per alcuni anni McDuffie fu sostanzialmente l'unico scrittore delle sue storie, l'unico capace di entrare in sintonia con lo spirito del personaggio e, quando lui abbandonò e la serie chiuse, anche il nuovo Deathlok scomparve sostanzialmente dalle scene. Per numerosi anni.
Quando McDuffie tornò a lavorare alla Marvel nel decennio successivo, recuperò subito il suo personaggio feticcio, prima nella miniserie Beyond, poi durante il suo ciclo su Fantastic Four. Stavolta per un motivo più tragico, la morte di McDuffie, Michael Collins stette per poco tempo sotto le luci della ribalta e oggi è nuovamente scomparso. Premesso che un ritorno di questo personaggio è sempre probabile, resta da vedere come possa plasmarlo qualcuno che non sia colui che ne ha scritto il 98% delle storie.
Arrivare dal nulla, vivere anni di gloria per poi tornare al nulla da cui si è stati generati: ecco il destino dei sostituti.

Si ringrazia Carmelo Mobilia per la preziosa collaborazione

sabato 15 dicembre 2012

La Legione dei Sostituti: DC Comics

Negli anni '90, negli ipertrofici/drammatici/pompatissimi/immaginifici/ variantcoverissimi anni '90 i nostri eroi preferiti ebbero un momento di crisi. Crisi di vendite? Macchè, quella venne dopo. No, crisi personali, ma diverse da ogni altra già vissute in precedenza. Crisi che oltre a portarli ad abbandonare per qualche tempo la loro missione di eroe, spinse qualcun altro a prenderne il posto. Qual è il tratto in comune di questa seconda categoria, di questa Legione dei Sostituti? A) Che spuntavano fuori dal nulla; B) Che hanno fatto tutti o quasi una brutta fine.

SUPERMAN

Siccome lui è stato il primo ed è il più forte fortissimo, ha voluto fare lo sborone come al solito. Non uno, ma ben quattro sostituti. La storia la conoscete, è quella della Morte Di Superman (storia che Dan Jurgens non manca di citare, spesso a sproposito, in 3/4 dei racconti che ci propina): Doomsday spunta fuori dal nulla pure lui, pesta un bel po' di persone, fa un gran casino e infine uccide l'Uomo D'Acciaio in persona morendo a sua volta (cioè, non proprio, ma se entro nei dettagli impazzisco). Che poi in realtà Superman non è che muore, ci mancherebbe altro, ma entra in uno stato di animazione sospesa. In attesa che torni sotto le luci della ribalta e gli crescano i capelli, quattro sedicenti nuovi Supermen irrompono sulla scena giusto in tempo per veder distrutta Coast City: si riveleranno infine essere Acciaio, l'Eradicatore, Kon-El Superboy e il Superman Cyborg.
Dove sono adesso? Col reboot al momento solo Superboy e Acciaio, rimaneggiati quanto basta, hanno fatto la loro ricomparsa. Degli altri non c'è traccia e c'è anche da chiedersi se in questo nuovo universo Superman sia mai morto combattendo contro Doomsday.


BATMAN

Stanco che più stanco non si può, Batman subisce l'attacco del forzuto Bane che gli spezza la schiena. Gotham City ha bisogno di un nuovo protettore: Dick Grayson! Ah no, scusate, lui "non è ancora pronto", meglio dare il manto di Batman ad un giovane ragazzo inesperto addestrato sin dalla nascita per divenire uno spietato assassino. Dai, Bruce, facciamo che il trauma del backbreaker ti abbia sconvolto il cervello. Azrael, Jean-Paul Valley, diviene il nuovo Cavaliere Oscuro con armatura luccicante (qualcosa non torna), sconfigge Bane, ma poi impazzisce (ma va?) e rischia di divenire un assassino a sangue freddo. Solo il ritorno definitivo di Bruce/Batman placa la sua furia: pieno di vergogna, Valley diventa un barbone ma poi decide di ritornare sulle scene come Azrael. Dopo aver inutilmente tentato per quasi dieci anni di renderlo un elemento centrale della Batman Family, la DC Comics alla fine si arrende e con l'ultimo numero della sua serie personale, il 100, Jean-Paul Valley muore. E non è mai più tornato (forse, al massimo, solo come Lanterna Nera perchè qualcuno ha avuto pietà di lui).


BATGIRL

Un caso davvero particolare. Negli anni '60 Barbara Gordon assunse l'identità di Batgirl, per rinunciarvi praticamente in maniera definitiva poco prima di Crisi Sulle Terre Infinite. Qualsiasi speranza di un suo ritorno sembrò svanire con The Killing Joke... e se devo spiegarvi perchè significa che la vostra vita è molto triste. Curiosamente però il personaggio di Batgirl rimase nel cuore dei lettori e trovò una nuova incarnazione durante la saga Terra Di Nessuno: all'inizio fu la Cacciatrice a riadottare questa identità, che alla fine però venne assegnata a Cassandra Cain, anche lei addestrata sin dalla nascita per divenire una spietata assassina (Batman ama circondarsi di queste amabili personalità). Ne nacque anche una serie regolare dalla durata non indifferente, ma alla fine, lentamente, Cassandra svanì nelle ombre e l'identità di Batgirl venne adottata da Stephanie Brown. Cassandra venne recuperata poco prima di Flashpoint, ma col reboot si è scoperto che si può guarire da una paralisi totale degli arti inferiori e così Barbara Gordon è tornata sulla scena nella sua più celebre identità. E Cassandra Cain? Scomparsa, ovviamente.


LANTERNA VERDE

Uno dei pochi casi in cui un sostituto non solo non ha fatto una brutta fine, ma è diventato anche un personaggio importante per la casa editrice. Dopo la morte e l'infermità fisica cosa manca? Esatto, la pazzia. Tranquilli, c'è Hal Jordan per questo! Vi abbiamo riferito della distruzione di Coast City durante la saga della Morte di Superman: Coast City è dove viveva Hal e questo monta dentro di lui un grande impeto di rabbia verso i Guardiani dell'Universo (in realtà anche qui la faccenda è più complicata, ma all'epoca venne spiegata così). Deciso a vendicarsi, Hal annienta i Guardiani, il Corpo delle Lanterne Verdi e infine già che è lì uccide anche Sinestro, via. Sopravvive solo Ganthet, che dona l'ultimo anello del potere rimasto al giovane disegnatore Kyle Rainer.
Il creatore del personaggio, Ron Marz (che sembra abbia dovuto poi subire le ire dei fan di Hal Jordan per questa sua storia, anche se quasi certamente era un dictat editoriale) diviene il fan nr. 1 del personaggio, per lui è chiaro che non esista miglior Lanterna Verde al mondo. E proprio perchè gli vuole bene, essendo il periodo dei comic book violenti, fa sì che la sua fidanzata venga subito uccisa in maniera brutale dal Maggiore Forza e congelata dentro un frigorifero manco fosse uno yogurt, senza bifidus. Marz applica poi a Rayner, durante il suo lungo ciclo sulla serie, una psicologia da Peter Parker degli esordi, ma trasferito negli anni novanta, e questo fa sì che riesca ad entrare nel cuore dei lettori e ci rimanga fino a Green Lantern: Rebirth.
Dopo il ritorno definitivo di Hal Jordan come Lanterna Verde, Rayner non scompare dalle scene: diventa parte integrante del mito delle Lanterne Verdi e tale rimane fino ad oggi, anche dopo il reboot. Lui è stato fortunato.


FRECCIA VERDE

E si ritorna alla prima causa di scomparsa, quello spiacevole contrattempo per i supereroi noto come morte. Per salvare Metropolis da un attentato terroristico, Oliver Queen rimane vittima di un'esplosione a bordo di un aereo. A prendere il suo posto il giovane figlio Connor (che Ollie non ha mai conosciuto/anzi no/anzi sì/anzi boh), che non se lo fila proprio nessuno! Dopo una lunga agonia, si decide di chiamare nientemeno che i dottori Kevin Smith e Brad Meltzer per rianimare il paziente Oliver! In un primo tempo entrambi non mettono da parte Connor (soprattutto Meltzer), ma più Ollie torna sotto le luci della ribalta più costui torna al ruolo che gli compete, quello di comprimario di terza fascia. Prima del reboot era in rotta con suo padre, adesso chiaramente è scomparso (Ollie è stato così ringiovanito che una vita da playboy prima di quella da supereroe, con tanto di figlio già adulto, come dire... stona un po'). Improbabile un ritorno di Connor in tempi brevi, lunghi o eterni.
LA DC Comics ha dunque fatto la sua parte, ma anche la Marvel non è stata da meno e presto capirete perchè.

mercoledì 5 dicembre 2012

Hercules (II)


Mini di 5 numeri pubblicata dal giugno al settembre 2005

Frank Tieri (storia)-Mark Texeira (disegni)-Jimmy Palmiotti (chine)-Raul Trevino (colori)-Axel Alonso (editor)

CAPITOLO 3
Euristeo e Achelous introducono il nuovo show. L’ex re di Micene si presenta come il nipote del leggendario eroe greco Perseo ed ideatore delle mitologiche Dodici Fatiche di Ercole. Il dio del fiume non sa bene cosa dire e ricorda dunque le sue capacità di mutaforma. Euristeo gli lancia un’occhiataccia, poi dice che è un suo privilegio poter presentare queste nuove Dodici Fatiche: ancora una volta Ercole andrà in giro per il mondo, affrontando imprese da lui selezionate e che solo un vero eroe potrebbe portare a compimento. Potrà il figlio di Zeus, nonostante le sue recenti traversie, redimersi e ritornare ad essere quel tipo di eroe? Questo sarà il pubblico a deciderlo.
Terra Selvaggia: Ercole sta correndo a gran velocità, nonostante Allsworth e i due operatori lo stiano inseguendo con una jeep e lo esortino a fermarsi: sta commettendo un grave errore. Il Principe della Forza non presta ascolto alle loro parole, ha una gloria da riconquistare. Così si lancia in avanti ed afferra un dinosauro, lotta con lui per alcuni secondi aggrappato alla sua testa, infine lo stende con un possente pugno. Poi indica soddisfatto l’animale abbattuto ai suoi compari: la prima fatica è stata completata, ecco una bella tigre dai denti a sciabola. Un cameraman gli dice che è per questo che prima stavano cercando di fermarlo: quella non è una tigre dai denti a sciabola. Queste nuove fatiche si ispirano a quelle dell’antichità e la prima di esse riguardava il Leone di Nemea, un felino. Da qui la richiesta della cattura di una tigre dai denti a sciabola e quel dinosauro di certo non è un felino. Ercole sbuffa, poi si inoltra nella boscaglia promettendo di tornare al più presto.
L’altro operatore si dispera: questa è solo la prima fatica, come si farà a superare le altre undici? Allsworth risponde che molto semplicemente non verranno superate: il loro compito è solo quello di osservare e riferire. Ercole deve completare queste imprese senza l’aiuto di nessuno. E se non dovesse farcela… sarebbe un gran peccato, ma in un’ultima analisi lascerebbe solo spazio ad uno show migliore. I due cameramen invitano il presentatore a non essere così cinico: Ercole si sta davvero impegnando ed ha promesso che, fino a che questa cosa non sarà terminata, non si farà coinvolgere in vicende scandalose o risse. Ha persino indossato quel nuovo costume scelto per attirare investitori pubblicitari senza battere ciglio. Allsworth non appare convinto, ma subito dopo il figlio di Zeus ritorna, seppur malconcio e livido, portando con sé una tigre dai denti a sciabola domata e legata. Ma immediatamente giungono sulla scena Ka-Zar e Shanna: per caso è passato di qui un idiota muscoloso con Zabu, la loro tigre dai denti a sciabola? Per uscire dall’impasse, uno dei cameraman offre a Shanna trenta dollari se gli fa vedere il davanzale.
Dopo alcuni problemi “tecnici”, ricompare in video Euristeo. Nella mitologia greco-romana, una delle fatiche più ardue di Ercole fu uccidere l’Idra dalle molte teste, poiché per ogni testa del mostro che veniva tagliata altre due ne spuntavano. Ora, nel ventunesimo secolo delle Meraviglie, l’HYDRA c’è ancora, anche se è un pochino diversa da quella del passato. Questa HYDRA è una organizzazione dedita al dominio del mondo e che ha fatto suo il motto “per una testa che viene tagliata, altre due ne spuntano”, e che come il mostro dell’antichità ha in serbo per il nostro eroe alcune sorprese.
Seconda Fatica: Ercole stende svariati soldati dell’HYDRA senza alcuna difficoltà: questa fatica è indegna di lui. Nota infine una porta, sopra la quale c’è scritto PERICOLO NON ENTRARE. Davanti ad essa c’è un altro agente dell’organizzazione. Costui afferma che dietro questa porta c’è il più grande successo di HYDRA, una creatura di tale malvagità e terrore che solo guardandola si rischia la morte. Tutta l’umanità tremerà di fronte al loro potere. Poi ride di gusto. Ercole lo afferra per il bavero e l’uomo lo esorta a togliergli le mani di dosso: nessuno tratta così il comandante di una base. Per tutta risposta l’eroe lo scaglia contro la porta, facendogliela sfondare: vuole tanto dare una occhiata a siffatta creatura. Lo fa e quando si trova di fronte un mostro dalle molte teste rimane sconvolto.
Nel frattempo un altro soldato HYDRA rimasto in piedi punta una pistola contro Gordon Allsworth ed i due operatori. L’uomo riconosce il presentatore e si complimenta con lui: è un suo grande fan, lo ha adorato davvero in quel reality show, Screech Marks, dove terrorizzava tutti quei concorrenti. Ha una grande idea per un nuovo reality: I Molti Stagisti Di HYDRA. Si tratterebbe di girare il mondo alla ricerca di nuove persone interessate ad entrare nell’organizzazione facendole fare loro tutti quegli stupidi, insignificanti lavori: rapire dignitari, assassinare capi di stato, organizzare l’annuale incontro HYDRA/AIM, roba del genere. E ogni settimana un concorrente verrà eliminato… letteralmente. Non è un progetto magnifico? Prima che Allsworth possa rispondere, si ode un forte rumore, poi Ercole esce dalla stanza con gli occhi spalancati: quella mostruosità è esplosa, anche se lui non l’ha nemmeno toccata. Poi sviene. Il soldato HYDRA si arrabbia: quei dannati cyborg, succede sempre così. Buoni sulla carta, ma alla fine esplodono sempre. Poi consegna il suo biglietto da visita a Gordon: adesso deve proprio andare, ma se è interessato a quello show di cui gli ha parlato può chiamarlo quando vuole.
Terza Fatica: Nella mitologia antica, Ercole dovette percorrere una grande distanza per catturare il Cinghiale di Erimanto. In questa versione moderna la bestia in questione è Lockjaw, il cane da guardia degli Inumani, ed il monte Erimanto è stato sostituito dalla Zona Blu della Luna. Passa un po’ di tempo, fino a quando Allsworth nota il Principe della Forza in fuga da Freccia Nera e Karnak degli Inumani rientrare precipitosamente nella astronave con cui sono atterrati sulla Luna. Attaccato al braccio di Ercole c’è Lockjaw. Gordon chiede dove sia James, il cameraman: gli risponde dall’interno del cane. Vorrebbe uscire al più presto fuori da qui, c’è una puzza tremenda. James viene salvato e la fatica è conclusa.
Quarta Fatica: Nell’antichità, Ercole dovette cacciare la Cerva di Cerinea mettendo così alla prova le sue abilità di predatore. Il trofeo moderno è ancora più arduo: Dragon Man. La creazione di Diablo lancia le sue fiamme, ma il figlio di Zeus le evita, allora la creatura tenta di fuggire: Ercole allora attacca una catena ad una delle sue zampe. Dragon Man si libra in volo, con il figlio di Zeus che non molla la presa, fino a quando per la stanchezza è costretto a fermarsi e dormire. Fatica completata.
Quinta Fatica: Per anni il Lago Stinfalo in Arcadia fu flagellato dalla presenza di uccelli mangiauomini, fino a quando non arrivò sul posto Ercole. Ai giorni d’oggi Attuma e le sue orde barbariche divorauomini hanno tormentato per anni un’altra località esotica, la città perduta di Atlantide. Il Principe della Forza però riesce a scacciare via il tiranno ed il suo esercito, spingendoli sin sulla costa della Florida, dove vengono catturati. Fatica completata.
Sesta Fatica: Una delle imprese più umilianti per il figlio di Zeus fu quando fu costretto a ripulire le migliaia di stalle appartenenti a re Augia. Oggi lo stomaco e l’olfatto del Principe della Forza saranno nuovamente messi alla prova contro un edificio pervaso dalla polvere mortale del Teschio Rosso. L’eroe esce dalla stanza un po’ claudicante ed un operatore gli chiede come è andata. Un po’ brillo dopo aver annusato la polvere, Ercole dà una vigorosa pacca a Gordon Allsworth, che va a schiantarsi contro una parete. Fatica completata.
Quando il presentatore si riprende, fa il punto della situazione: Ercole è al giro di boa, ma riuscirà davvero a completare tutte e dodici le fatiche e riacquisire la gloria perduta? A suo modesto parere, no. Quando un operatore gli chiede come faccia ad esserne così sicuro, Gordon gli mostra la busta contenente le altre sei fatiche. Nel frattempo il cameraman James nota Ercole in disparte, seduto su un marciapiede con atteggiamento pensieroso: evidentemente il suo fare immaturo nel corso delle precedenti prove deve avergli dato da riflettere. James gli si siede accanto e gli dice che anche lui se ne stava seduto così a pensare quando giocava a football. Era un giocatore abbastanza bravo, ma un giorno la sua fortuna si esaurì e si ruppe un ginocchio. Ecco perché oggi è dietro e non davanti alla telecamera. Però il suo vecchio gli diceva sempre che è sempre meglio essere fortunati che essere bravi. Nel corso degli anni James ha imparato che aveva ragione solo in parte, che bisogna essere entrambe le cose. Dunque dice ad Ercole che, ora che è fortunato, deve solo diventare bravo. Il Principe della Forza sorride, lo ringrazia delle sue parole e si allontana.
Settima Fatica: Euristeo ricompare in video. Nella mitologia classica, Ercole dovette sconfiggere una grande bestia, il Toro di Creta, una progenie degli dei. Oggi le cose sono cambiate, oggi è la scienza il nuovo dio e questo porta ad Abominio: un vero mostro che non solo può sollevare 100 tonnellate, ma è anche uno dei pochi esseri in grado di sconfiggere l’Incredibile Hulk. Ercole affronterà questo leviatano in un match senza esclusione di colpi nell’arena più famosa al mondo.
Madison Square Garden: Mentre i bagarini vendono gli ultimi biglietti, Gordon Allsworth intervista Abominio chiedendogli le sue sensazioni sul match. Emil Blonsky afferma che pesterà Ercole talmente tanto da fargli implorare pietà e gli strapperà la testa per usarla come orinatoio, dopotutto lui è Abominio, ha sconfitto Hulk e nessun sosia di Russell Crowe ha qualche speranza contro di lui. In quel momento Ercole richiama l’attenzione di Blonsky picchiettando un dito su una sua spalla, poi con un lampione gli sferra un colpo così devastante da fargli sfondare le mura di quattro case. Dopo l’impatto con la parete della quinta casa, Blonsky crolla al tappeto e la struttura precipita su di lui decretando Ercole come vincitore.
Euristeo e Achelous osservano le riprese del combattimento: le cose non stanno andando nel migliore dei modi, la loro signora non sarà soddisfatta. In quel momento la suddetta, Era, compare dal nulla nel centro della sala e conferma i loro sospetti: dopo tutti questi secoli Euristeo è rimasto il solito incompetente, quindi come dicono i mortali se vuoi che una cosa sia fatta bene devi farla da solo. Dunque la dea porge all’ex re di Micene una busta contenente le ultime quattro fatiche, decisamente tra le più difficili che ci possano essere. Euristeo le legge ed annuisce.

CAPITOLO 4


Gruppo Olympus: Zeus si rivolge al consiglio di amministrazione dell’azienda: un mortale diventa fondamentale e ci si aspetta che provi entusiasmo. Cosa dà a lui entusiasmo? Cosa cattura la sua ammirazione in questo mondo? Cosa gli dà gioia? Le donne mortali, sì, ma anche qualcos’altro: è un gioco meraviglioso che ha appena scoperto, si chiama baseball. Un mortale si piazza sopra qualcosa definito “il piatto”, per conseguire un successo individuale: certo, in quel momento è da solo, ma allo stesso tempo fa parte di una squadra. Una grande squadra. Quindi uno può essere irradiato dal sole di Elio, può avere orde di fan, ma non va da nessuna parte se non ha alle spalle un team che lo porti alla vittoria. In quel momento Zeus afferra una mazza e, notando uno degli amministratori che si sta intrattenendo al telefono senza prestargli attenzione, si prepara a calargliela sulla testa, ma Era lo anticipa distruggendo la mazza con un raggio di energia ed invitando il suo consorte a piantarla di fare tanto il melodrammatico.
Finalmente lui ha capito che è stata lei l’ideatrice delle nuove fatiche di Ercole e la responsabile della resurrezione di Euristeo, gli ci sono voluti solo qualche migliaio di anni, è stato davvero molto bravo. Zeus si siede, portandosi le mani alla testa in segno di disperazione: perché lei continua a comportarsi così? Perché si ostina a perseguitare suo figlio? Era fa finta di rimanere stupita: pensava che loro due avessero una grande intesa, dopotutto lui continua a tradirla con queste donne mortali e lei persiste nell’eliminare la sua progenie bastarda. Nessuno vince, nessuno perde. Ed è una situazione che può anche essere messa nero su bianco, grazie ai mortali ed alle loro meravigliose invenzioni come gli avvocati. Zeus è incredulo: ancora Era lo accusa falsamente di infedeltà? Ha avuto solo qualche flirt insignificante alcuni secoli fa. Le parole del dio vengono messe subito in discussione quando una segretaria prosperosa gli porta una tazza di latte e lui si sofferma ad ammirarne le grazie.
Era si alza in piedi: sanno tutti bene il vero motivo per cui sono qui. La scomparsa improvvisa degli dei nordici non va presa alla leggera (V. Ragnarok). Per molti secoli si sono posti al di sopra dell’umanità, perdendo così l’importante collegamento tra gli dei ed i mortali ed ora non ci sono più. Gli dei greci devono impedire che la stessa cosa accada loro, ma a detta di Zeus per via dell’odio che Era nutre per Ercole l’attuazione di questo piano potrebbe essere in pericolo. La dea respinge le accuse: l’unico che è in pericolo è Ercole o perlomeno ciò che ne è rimasto. Cos’altro potrebbe accadergli di peggio? Che continui a mettersi in ridicolo? Oppure potrebbe dimostrare alla dea che si sbaglia e tornare ad essere l’eroe di un tempo. Era non vuole affatto intralciare ciò che gli dei greci stanno facendo qui: vogliono vivere in mezzo ai mortali ed abbracciare le loro usanze, ed allora così sia. Quindi Era propone una votazione, proprio come farebbero i mortali: chi pensa che Ercole debba portare avanti le sue nuove fatiche senza alcuna interferenza da parte di suo padre può alzare la mano. Tutti i presenti alzano la mano, ad eccezione di Zeus. Costui prende atto della decisione: che il destino possa arridere a suo figlio.
Ottava Fatica: Euristeo ricompare in video, da questo momento in avanti le sfide si faranno più ardue per Ercole. Nell’antichità, dovette sconfiggere Diomede e rubare le sue giumente mangia uomini. Diomede era un re ed un feroce guerriero, così come oggi lo è l’Uomo Talpa: sovrano di un immenso regno sotterraneo con un esercito di moloidi e mostri al suo servizio, che più volte hanno dato filo da torcere ai Fantastici Quattro.
Maui, Hawaii: Ercole entra in un emporio, dicendo di voler comprare una catena, della lunghezza di circa 900 metri. Di fronte all’incredulità del commesso, il Principe della Forza gli mostra la carta di credito di Gordon Allsworth, che coprirà tutti i costi. Contemporaneamente l’Uomo Talpa se la prende con Phil, uno dei moloidi: crede davvero che si sia scomodato a venire qui tramite un tunnel sottomarino per nulla? Ormai è stanco di vivere sottoterra, stanco di vivere come un reietto dove i Moloidi non sono esattamente la compagnia più indicata, soprattutto per una cena romantica. Vuole nuovamente sentire il sole sulla sua faccia, rivedere l’oceano e ultimo ma non ultimo trovarsi una donna. Per tutti questi obiettivi le Hawaii sono il posto migliore e l’Uomo Talpa non avrà pace fino a quando una ragazza con lo Hula non gli avrà detto di sì. Il tunnel verso la superficie sta per essere completato quando improvvisamente Ercole fa precipitare una frana di rocce che mette fuori gioco alcuni Moloidi ed irrompe sulla scena. L’Uomo Talpa gli manda subito contro una delle creature mostruose al suo servizio, ma l’eroe la afferra al collo grazie alla catena appena comprata e la porta in superficie sbattendola a terra. Subito dopo però altre tre creature emergono dal tunnel, ma Ercole utilizza il mostro incatenato come una sorta di ariete, grazie al quale scaglia lontano due delle creature, poi con un possente pugno ricaccia nel sottosuolo la terza.
L’Uomo Talpa è irato contro Ercole per avergli rubato la sua nuova vita ed ordina ai Moloidi di portargli la sua testa, ma l’eroe utilizzando la creatura incatenata a mo’ di palla da bowling fa strike degli originali lacchè del criminale, che se la dà a gambe per non essere centrato. Fatica completata.
Nona Fatica: Una delle preferite di Euristeo. Nell’antichità non vi erano guerriere più fiere delle Amazzoni, guidate dalla loro regina Ippolita. Ercole le sottrasse la sua Cintura Dorata. In quest’era moderna non vi sono guerrieri più fieri dei Vendicatori, tra le cui fila un tempo militava anche il Principe della Forza, guidati dalla leggenda vivente Capitan America. Il bene più prezioso di Cap è il suo scudo e, per il completamento di questa fatica, Ercole dovrà acquisire questo oggetto. E se mai Capitan America o uno degli altri Vendicatori venisse a sapere delle vere ragioni dell’agire di Ercole, l’impresa verrebbe ritenuta non valida.
Torre dei Vendicatori: Il figlio di Zeus, Gordon Allsworth ed i due operatori si avvicinano all’imponente struttura, rimanendo ammirati da essa. Ercole bussa alla porta e Capitan America viene ad aprirgli: il Principe della Forza afferma che questa è una faccenda strettamente privata e deve rimanere lontana dalle telecamere. Di fronte alle proteste di Allsworth, Ercole gli frantuma il microfono, zittendolo.
Una volta lasciati soli, Ercole si scusa con Cap per il suo comportamento poco dignitoso durante i funerali dei loro compagni caduti. L’eroe a stelle e strisce ribatte che ha guardato ultimamente lo show con protagonista il figlio di Zeus e deve ammettere che gli è piaciuto. Non trova affatto imbarazzante il desiderio di un uomo di ritrovare sé stesso: la gente li vede come due opposti, ma in realtà hanno più in comune di quanto si possa pensare. Entrambi sono due vecchi soldati, ritrovatisi in un’epoca che non è la loro e nessuno può capire quanto a volte sia difficile adattarsi. Nonostante la scenata di Ercole al funerale, poi i Vendicatori hanno discusso alcuni giorni dopo e la verità è che nessuno sa cosa sia successo a Thor: forse il figlio di Zeus aveva ragione e loro hanno scelto di ignorarlo. E non devono andare così le cose, Ercole ha servito con orgoglio nei Vendicatori e di sicuro lo farà ancora in futuro: è venuto qui per scusarsi, ma dopo quello che ha ottenuto con queste sue nuove fatiche sono i Vendicatori che gli devono delle scuse.
Capitan America tende la mano verso il Principe della Forza, il quale la tende a sua volta dicendo che gli dispiace. Poi sferra un pugno all’eroe a stelle e strisce, mettendolo ko e sottraendogli il suo scudo. Improvvisamente Wolverine irrompe sulla scena e sferra un’artigliata ad Ercole, che si difende grazie allo scudo. Il figlio di Zeus è incredulo: Wolverine è stato ammesso nei Nuovi Vendicatori e lui no? Subito dopo arrivano anche Iron Man, l’Uomo Ragno e la Donna Ragno. Tony Stark protende le sue mani ed esorta Ercole a mettere a terra lo scudo, non c’è alcuna speranza per lui di fuggire da qui. Il Principe della Forza sorride e carica contro gli eroi utilizzando lo scudo di Steve Rogers come ariete: Iron Man e gli altri così vengono sbalzati via ed Ercole può andarsene. Tony Stark propone di inseguirlo, ma Cap lo invita a lasciar perdere: ha la sensazione che Ercole abbia bisogno di quello scudo più di quanto serva a lui ora, perciò per il momento gli daranno corda. E dunque il figlio di Zeus e la troupe televisiva si allontanano indisturbati.
Decima Fatica: Nell’antichità ad Ercole venne richiesto di rubare i buoi di Gerione, un tiranno con tre facce; oggi invece affronterà un tiranno col volto di metallo, il Dr. Destino. Il Principe della Forza dovrà sottrargli uno dei suoi doombot. L’eroe riesce nell’impresa e fugge insieme al cameraman alla cattura da parte di altri doombot. Una volta al sicuro, il robot viene posizionato dietro una griglia energetica: quando però comincia a parlare con la classica prosopopea con cui è noto Victor Von Doom, qualcuno comincia a dubitare che sia un semplice robot. Fatica completata.
Undicesima Fatica: Nell’antichità Ercole dovette raccogliere i pomi d’oro dal Giardino delle Esperidi, per la disperazione del suo guardiano, il drago Ladon. Oggi il figlio di Zeus dovrà recuperare un oggetto altrettanto raro, uno degli elivelivoli appartenenti allo SHIELD. Nick Fury viene svegliato da un agente, il quale gli mostra un filmato in cui Ercole si sta portando via un elivelivolo: lo stanno colpendo con tutto quello che hanno nel loro arsenale, ma lui si limita a scrollare le spalle e sorridere. Fury sbuffa: lo sapeva che prima o poi sarebbe stato coinvolto in questa stupidaggine delle nuove fatiche. Poi torna a dormire: che venga svegliato solo se accade qualcosa di veramente importante. Fatica completata.
Gordon Allsworth ricompare in video: si è quasi giunti all’epilogo, ma stavolta Euristeo vuole rivelare personalmente ad Ercole le condizioni dell’ultima fatica. L’ex re di Micene afferma che non immaginava che il Principe della Forza sarebbe arrivato fino a questo punto, ma non riuscirà mai a superare l’ultima prova. Originariamente dovette scendere all’Inferno e catturare Cerbero, il cane a tre teste. Adesso tornerà nuovamente in Ade, ma dovrà riportare da lì un fiore, che si trova tra i capelli della sua defunta moglie Megara. E lei glielo darà solo come gesto di perdono, per il fatto che il figlio di Zeus abbia ucciso lei ed i suoi figli. I cameramen rimangono scioccati: davvero Ercole ha sterminato la sua stessa famiglia? Il Principe della Forza rimane in silenzio.

CAPITOLO 5


I due cameramen hanno cercato in ogni bar, strip club e salone massaggi della zona, ma nessuna traccia di Ercole, forse non ha più il coraggio di mostrare la sua faccia dopo quello che è successo. Ad un tratto i due passano davanti al bar in cui il figlio di Zeus aveva affrontato per la prima volta Achelous: improvvisamente un uomo sfonda la vetrina, lanciato con forza dall’interno. I due capiscono di aver trovato l’oggetto della loro ricerca. Entrano così nel locale, che è stato praticamente fatto a pezzi, con le ballerine e gli avventori messi ko, mentre Ercole giace riverso sul bancone in forte stato di ubriachezza. Il Principe della Forza invita i due cameramen ad andarsene subito: non vuole la loro pietà e non è degno della loro compagnia. La barista ringrazia ironicamente i due per il loro intervento ritardato, tanto ormai Ercole si è già scolato la sua riserva di champagne contenuta nelle sue cinque botti. I due cameramen si avvicinano al figlio di Zeus: deve provare a capire le cose anche dal loro punto di vista, sono rimasti scioccati da quella rivelazione. Certo, i miti greci hanno a volte la stessa veridicità delle notizie del New York Post, ma non avrebbero mai immaginato che lui aveva ucciso la sua famiglia.
Ercole conferma che è tutto vero: quella era stata una notte ordinaria per lui, con tante donne, tante risse, tanto divertimento lascivo ed anche tanto alcol. Neanche rammenta come sia riuscito a tornare a casa, ricorda solo di aver ripreso i sensi dopo un lungo blackout e di essersi ritrovato di fronte a quella tragica scena, con le sue mani insanguinate e sua moglie ed i suoi figli morti. Il Principe della Forza si mette le mani nei capelli: non può rivederli, non ne ha il coraggio, questa ultima fatica non verrà portata a termine. In quel momento arriva Gordon Allsworth. Uno dei cameramen lo invita ad andarsene, poiché non è proprio il momento adatto, ma per tutta risposta il presentatore sbatte a terra la telecamera rompendola: non è qui per quello stupido show, è qui per sé stesso. Così si avvicina ad Ercole e gli mostra una lettera del Gruppo Olimpo, da lui ricevuta alcune settimane fa: è per questo che lo ha messo a così dura prova, non per avere un alto indice di ascolto. Non ha mai voluto che lui risultasse ridicolo davanti alle telecamera, voleva che avesse successo, voleva che ritornasse ad essere un eroe. Il suo eroe.
Quando il presentatore era un bambino e tutti i suoi coetanei leggevano i fumetti sui supereroi, lui leggeva delle imprese di Ercole: e quando ha avuto la possibilità di incontrare l’eroe della sua infanzia, ha ricevuto una brutta sorpresa nello scoprire che tipo di persona fosse davvero. Uno sbruffone ubriaco e in disgrazia, che dovrebbe essere oggetto di pietà più che di ammirazione, soprattutto adesso che si è scoperto che è un assassino. Ercole esorta Allsworth a moderare le parole, ma lui ribatte gettando via il boccale di birra che ha in mano:  deve smetterla di autocommiserarsi ed accettare le conseguenze delle sue azioni. Deve affrontare le sue vittime da uomo, guardare negli occhi sua moglie ed i suoi figli ed implorare il loro perdono. Perché se questo non avvenisse, non tornerà mai ad essere l’eroe di un tempo. Allsworth si allontana, ma Ercole gli intima di fermarsi: lo aveva conosciuto come un uomo piccolo, piagnucoloso e codardo, ma non aveva mai immaginato quale fuoco ardesse nelle sue vene, ci vuole davvero un gran coraggio per parlare in quel modo al figlio di Zeus. Quindi ora lui ha una fatica da portare a termine. Ercole esce dal locale, mentre i due cameramen si complimentano col presentatore per il suo atteggiamento impavido, ma lui sviene immediatamente.
Little Italy: Qui si trova l’accesso all’Ade e per ottenerlo bisogna avere l’assenso del suo oscuro signore. Così Ercole entra in una caffetteria, dove si trova in abiti borghesi Plutone. Il dio invita il figlio di Zeus a sedersi, accanto a lui ed ai suoi sgherri della malavita. Ercole gli chiede se ha il permesso di accedere in Ade. Plutone risponde che non potrebbe mai dirgli di no: dopotutto, nonostante ciò che la storia racconta, lui è sempre stato il suo nipote preferito. Tutto quello che vuole in cambio è che, ad un certo punto, lui gli chiederà un favore ed il Principe della Forza dovrà accontentarlo. Ercole accetta il patto e stringe la mano a Plutone, poi esce dal locale.
Ade: Ercole, Gordon Allsworth ed i due cameramen salgono a bordo dell’imbarcazione di Caronte. Una volta giunti sull’altra sponda del fiume, i quattro si ritrovano di fronte ad un grande cancello oltre il quale si trova il reame infernale. Uno degli operatori si guarda intorno sospettoso, ricordando che secondo la leggenda c’è il cane Cerbero a tre teste a guardia di questo cancello. Ercole conferma i suoi timori ed estrae la sua mazza, venendo subito dopo assalito da Cerbero. Il figlio di Zeus centra il guardiano infernale in pieno con la sua arma, poi con un pugno ed una testata lo mette ko. Poi il Principe della Forza ed i suoi compari entrano in Ade, venendo immediatamente circondati da un gruppetto di soldati spuntati come dal nulla da sottoterra, i quali puntano contro di loro le loro lance.
Ad un tratto i soldati si allargano per formare due schiere ai lati ed in mezzo a loro avanzano Megara ed i suoi due figli. Ercole si inginocchia al loro cospetto. La donna pensa alla reputazione di suo marito, che passa tra una bevuta ed una rissa senza dimostrare di avere alcuna preoccupazione. Poi però si domanda se lui veda le loro facce ogni volta che chiude i suoi occhi o se anche dopo tutti questi anni le loro morti perseguitino ancora i suoi momenti di veglia. Chissà cosa penserebbe il mondo se sapesse che ogni volta che Ercole compare in pubblico, lui indossa una maschera. Megara chiede al figlio di Zeus se lei, ed i suoi figli, abbiano il diritto di farsi queste domande. Ercole comincia a piangere. La donna ribatte allora che non c’è bisogno che lui risponda: è venuto qui per ottenere il loro perdono e loro glielo concedono. La sua fatica è completata. Ercole si rialza ed abbraccia la sua famiglia perduta. Poco dopo il gruppetto abbandona l’Ade, con i tre operatori della tv visibilmente commossi. Ma Ercole si volta verso di loro e dice che ciò che hanno sentito sono solo le teorie deviate di una donna in preda ad un forte stato emotivo. Poi per la rabbia distrugge una telecamera.
Grattacielo di Euristeo: Era riceve una chiamata telefonica da Plutone, il quale la informa che Ercole se n’è appena andato completando la sua impresa. La dea rimane delusa: non credeva che Megara fosse capace di perdonare, inoltre nemmeno lei sapeva che era stata proprio la moglie di Zeus a prendere il controllo di Ercole quella notte ed a fargli compiere quella strage. Poi Era chiude la comunicazione e si allontana. Euristeo le chiede cosa deve fare ora. La dea risponde che è tutto finito e lui ha perso. Euristeo la afferra per un braccio: cosa significa che ha perso? Lei stessa lo aveva rassicurato sul fatto che Megara non avrebbe mai perdonato Ercole. Era si libera dalla presa di Euristeo e lo afferra per la gola: farà meglio a non perdere ancora una volta la testa. Poi ode dei rumori in lontananza e capisce che è meglio andarsene, così svanisce in una nuvola di fumo.
Pochi secondi dopo Ercole irrompe nella sala, dicendo che è giunto il momento della resa dei conti. Euristeo spegne le luci, dando al figlio di Zeus un attimo di smarrimento: ne approfitta per colpirlo con una spada forgiata da Efesto nei fuochi del Monte Olimpo, capace persino di penetrare la sua pelle e ferirlo. Subito dopo Achelous afferra Ercole alla gola con la sua coda serpentina e stringe forte. In quel momento Gordon e i due operatori giungono sul posto e, per aiutare Ercole, illuminano la scena grazie alla luce della telecamera. Quando finalmente anche il Principe della Forza è in grado di vedere, nota di fronte a lui Achelous caricare a testa bassa con le sue corna ed Euristeo che sta per colpirlo alle spalle con la sua spada. Prontamente Ercole si sposta, facendo sì che Achelous centri in pieno petto l’ex re di Micene, mentre l’essere taurino viene trafitto dall’affilata arma. Euristeo viene sbalzato all’indietro contro una parete, sopra la quale sono appese due spade: per l’impatto, le armi cadono e si conficcano negli occhi di Euristeo, mozzandogli anche la testa.
Più tardi, nel locale dove tutto era iniziato, si ritrovano i Nuovi Vendicatori, Ka-ar e Shanna, l’Uomo Talpa e Nick Fury. Sul posto è presente anche Ty Stone, il quale si complimenta con Gordon Allsworth: gli ascolti dello show sono saliti alle stelle, anche se non è proprio quello che lui si aspettava. Subito dopo Capitan America si rivolge al magnate televisivo, chiedendo che i beni e gli animali sottratti nel corso del reality e che ora si trovano nei sotterranei dell’edificio di Euristeo vengano restituiti ai legittimi proprietari. Wolverine ci prova con la barista, ma lei ribatte che deve vedere un’altra persona: dopo aver appreso delle tragedie che ha vissuto Ercole ha provato compassione per lui ed alla fine, dopotutto, lui è Ercole. Tuttavia il figlio di Zeus è il grande assente di questo ritrovo e tutti si domandano dove possa essere.
Grecia, Partenone: Ercole è inginocchiato di fronte alle tombe dove ha sepolto i suoi cari. Estrae il fiore che le ha dato Megara, lo bacia e lo posa a terra. Poi si allontana in lacrime.

FINE

domenica 2 dicembre 2012

Hercules (I)


Mini di 5 numeri pubblicata dal giugno al settembre 2005

Frank Tieri (storia)-Mark Texeira (disegni)-Jimmy Palmiotti (chine)-Raul Trevino (colori)-Axel Alonso (editor)

CAPITOLO 1

Un neonato riposa in una culla quando all’improvviso due serpenti gli si avvicinano. Ma senza scomporsi il neonato afferra uno dei serpenti e gli spezza il collo, poi abbranca l’altro. In quel momento però qualcuno chiede di interrompere la scena. Mentre la troupe smonta il set, il regista chiede cosa c’è che non vada. Il presentatore gli chiede se non abbia dato un’occhiata a quei cosiddetti serpenti: chi è quell’incapace che si è occupato dell’animatronics, Ed Wood? Qui si sta cercando di ricreare una scena importante: il povero infante Ercole costretto a difendersi da due maligni serpenti mandatigli contro dalla sua matrigna Era. La gente dovrebbe balzare dalla sedia per la paura, così invece non otterranno nessuna reazione. Non sarebbe forse meglio portare sul set dei veri serpenti?
Il regista chiede al presentatore Gordon Allsworth di darsi una calmata: l’animazione dei serpenti verrà migliorata in post-produzione e lui questo lo sa benissimo. Inoltre dovrebbero credere che davvero gli sta a cuore questo progetto? La realtà è che è stato costretto ad occuparsi di questa produzione da due soldi delle dodici fatiche di Ercole invece che formare il cast del reality Chi Vuol Sposare Il Mio Maggiordomo? Gordon precisa a Robert, il regista, che è lui ad aver rinunciato a quell’incarico e non il contrario, poiché entrava in conflitto con la programmazione di un altro suo programma Booty Call Island. Inoltre oggi lo vede decisamente un po’ acido, farà meglio a fare meno commenti ironici e ad avere un atteggiamento più rispettoso e servile. Robert annuisce, facendo ironicamente il saluto nazista a Gordon.
Il presentatore ribatte che per lui è facile comportarsi così, non sono le sue chiappe che Ty Stone impalerà contro la parete se questa produzione delle 12 fatiche di Ercole si rivelerà un fallimento. Proprio in quel momento il diretto interessato giunge sul posto: subito Gordon gli stringe calorosamente la mano, gli fa i complimenti per come è vestito e gli chiede se possa portargli qualcosa. Stone lo zittisce: se lo pagasse per il suo servilismo, avrebbe dovuto raddoppiargli lo stipendio per questo patetico sfoggio da leccapiedi. La realtà purtroppo è che lo paga per supervisionare questo fallimentare progetto su Ercole. Allsworth chiede scusa, ma non capisce la ragione di questo giudizio negativo visto che il suo capo non lo ha ancora potuto visionare. Ty Stone risponde che ha visto abbastanza da capire che non funzionerà: Gordon sta trattando l’eroe con fin troppo rispetto. Allsworth non è sicuro di comprendere: come dovrebbe approcciarsi allora a questo progetto? Ercole è il più grande eroe della Grecia Antica, con tutto quello che ne consegue. Stone gli mostra un giornale scandalistico, nel quale c’è un articolo che parla di come Ercole si sia reso responsabile di danni a proprietà, lesioni e molestie sessuali dopo essersi ubriacato. Ormai è diventato l’Anna Nicole Smith del mondo supereroistico. La gente non vuole vedere questo buffone mentre solleva la Statua della Libertà o gioca al tiro alla fune contro 100 conigliette di Playboy. La gente vuole vedere questo.
I Vendicatori, i Fantastici Quattro e Nick Fury stanno presenziando ad una veglia funebre per commemorare i loro compagni caduti a causa della follia di Scarlet (V. Vendicatori Divisi) quando all’improvviso Ercole fa il suo ingresso definendoli tutti degli ingrati. Iron Man gli chiede il motivo della sua ira. Il Principe della Forza ce l’ha con loro perché manca colui che è sempre stato un loro strenuo difensore, che non ha mai abbandonato i mortali. E non viene ripagato in alcun modo? Iron Man continua a non capire. Ercole sbotta e dice che si sta riferendo a Thor: anche lui è morto ed i Vendicatori lo disonorano non includendolo nemmeno in questa commemorazione. Iron Man cade dalle nuvole: Thor morto? Certo, è scomparso da alcune settimane, ma questo non significa nulla. Poi non può far a meno di notare l’alito di Ercole e gli chiede se abbia bevuto. Interviene Bestia, il quale afferma che il Principe della Forza è molto più che ubriaco in questo momento. Ercole si fa prendere dall’ira ed afferra il mutante per il collo. Iron Man gli chiede allora di andarsene subito: con sprezzo, Ercole allontana da sé il braccio metallico dell’eroe. Interviene allora Capitan America, il quale rinnova la richiesta con tono fermo e deciso. Finalmente il Principe della Forza abbandona la presa su Bestia, ma subito dopo lo scaglia contro Cap e Iron Man.
Ty Stone osserva con gioia il filmato: questo è l’Ercole che la gente vuole vedere. Gordon Allsworth afferma che forse all’eroe non piacerà vedere questa interpretazione del suo personaggio. Stone ribatte che non gli può non piacere ciò di cui non è a conoscenza e comunque dove si trova in questo momento la star del loro show?
Macerie del Palazzo dei Vendicatori: Capitan America tiene un memoriale in onore dei suoi compagni caduti: non c’è posto più adatto di questo, è qui che è iniziata l’avventura degli Eroi più Potenti della Terra ed è sempre qui che tutto drammaticamente è finito. Coloro che sono stati Vendicatori sanno che il gruppo era qualcosa di speciale, che aveva dentro di sé qualcosa che non può essere dimenticato. E dunque è giusto celebrare tutto ciò. Così Capitan America tira via un telone e mostra una splendida scultura raffigurante lui e i membri fondatori dei Vendicatori: qui nascerà il parco commemorativo dei Vendicatori.
Ercole assiste a tutta la scena, ripresa dai media, in una taverna ed in un accesso di rabbia sfascia la televisione lanciandole contro uno sgabello: perché questa deve essere la fine dei Vendicatori? La divisione è per i gruppi inferiori, tipo quegli inutili X-Tizi, non per gli Eroi più Potenti della Terra. Questo mondo ha ancora bisogno di campioni e se Capitan America e gli altri non hanno il fegato di riformare i Vendicatori ci penserà lui. L’operatore di Ty Stone riprende la scena ed ironizza dicendo che, quando questo avverrà, lui si unirà a HYDRA. In quel momento il buttafuori del locale esorta Ercole ad uscire, ma per tutta risposta il Principe della Forza lo scaraventa contro una parete. La barista e proprietaria della taverna se la prende con l’eroe: è il quarto buttafuori che manda all’ospedale questa settimana, non crescono mica sugli alberi. Lo sopporta perché paga molto bene, ma inizia davvero a chiedersi se ne valga la pena: viene qui, si scola tutta la sua riserva di alcolici, palpeggia le ballerine e pesta chiunque lo guardi in maniera sbagliata danneggiando regolarmente la sua proprietà, ma chi si crede di essere? In un angolo, qualcuno osserva con attenzione tutta la scena.
Il cameraman le rivela chi è, ma la barista ribatte che lei preferisce Xena. Ercole non raccoglie la provocazione, anzi è certo di aver capito: questa donna è pazza di lui. È naturale: dopotutto il suo apporto non è stato fondamentale per la sconfitta dei Titani? Non ha conquistato praticamente da solo Troia? Non è forse il suo nome leggendario grazie alle mitologiche Dodici Fatiche? La barista non ne ha mai sentito parlare ed Ercole crede che lo stia prendendo in giro, ma lei afferma di non essere mai stata portata per la storia. L’eroe allora decide di rinfrescarle la memoria: dodici strazianti fatiche, dalla prima all’ultima dalla portata grandiosa. Domare il Leone di Nemea; uccidere l’Idra dalle molte teste; catturare il Cinghiale di Erimanto; catturare la Cerva di Cerinea; disperdere gli uccelli mangiauomini del Lago Stinfalo; ripulire in un sol giorno le mille stalle di Augia; sconfiggere il Toro di Creta; rubare le Giumente di Diomede; acquisire la Cintura Dorata delle Amazzoni; rubare i Buoi di Gerione; prelevare i pomi d’oro dal Giardino delle Esperidi; catturare Cerbero, il cane a tre teste guardiano dell’Inferno. Chi se non Ercole poteva portare a compimento tutte queste imprese?
La barista non pare molto colpita: sembra quasi che l’eroe se ne sia andato in giro a rompere delle cose e far male a delle persone. E per quale motivo avrebbe intrapreso queste Dodici Fatiche? Ercole risponde che fu una punizione, affibbiatagli da un uomo destinato ad essere il suo odiato rivale fin dalla nascita, re Euristeo di Micene: un piccolo, sciocco codardo che odiava così tanto il Principe della Forza da giungere a perseguitare i suoi consanguinei anche dopo che costui aveva abbandonato il piano mortale. Ma poi Euristeo ha incontrato la sua giusta fine. Ora però Ercole deve rinunciare alla sua divina compagnia per qualche istante, la natura chiama ed anche un dio deve rispondere ad essa.
Il Principe della Forza dunque entra in bagno, subito seguito dalla persona misteriosa che aveva osservato la discussione tra lui e la barista. Ercole gli chiede scusa, non ha nulla contro le sue intenzioni, ma non succederà mai. In risposta la persona misteriosa fa un sorriso sinistro, poi l’eroe viene scaraventato con violenza fuori dal bagno. L’essere esce dall’ombra per rivelarsi come il dio del fiume Achelous. Ercole si ricordi di lui, lo ha sconfitto tempo fa rivelando la creatura insignificante che è. Achelous ribatte che è accaduto molti secoli prima, quando erano entrambi persone diverse, poi con la sua coda che termina con una testa di serpente avvolge strettamente il corpo del Principe della Forza, soffocandolo. Ercole perde i sensi ed Achelous lo afferra per la testa: c’è un altro vecchio amico dell’eroe che vuole salutarlo. I due escono dal locale ed il cameraman, James, ritiene di doverli seguire ma quando la barista offre drink gratis a tutti per festeggiare l’uscita dal locale di Ercole cambia idea e rimane. Achelous arriva davanti ad un auto elegante ed apre la portiera, lasciando interdetto il Principe della Forza: di fronte a lui c’è Euristeo di Micene.



CAPITOLO 2

Euristeo dice ad Ercole una cosa ovvia: non è mai stato un suo grande fan. Un tempo il suo più grande sogno era di cancellare dalla Terra qualsiasi traccia dell’eroe, le storie, le rappresentazioni grafiche, persino la sua progenie ed i suoi discendenti. Sfortunatamente quel sogno terminò prima ancora che potesse cominciare a causa di Illo, figlio di Ercole. Fu un duro colpo per il suo ego ed anche peggio fu l’essere portato davanti alla madre del Principe della Forza, Alcmena, perché decidesse il suo destino. Euristeo tentò di ragionare con lei, di spiegarle che stava solo seguendo la volontà della dea Era, la quale aveva deciso che lui ed Ercole dovessero essere rivali fin dalla loro nascita. Ma Alcmena non volle sentir ragioni: schiaffeggiò Euristeo, poi gli cavò gli occhi, infine Illo gli mozzò la testa con la sua spada. Questa è la storia della fine del re di Micene, come è stata tramandata dalle leggende, ma c’è anche un seguito: il fato decise di intervenire quel giorno sotto forma di Era, la sua benefattrice, la quale rianimò il suo cadavere. Euristeo si rialzò, afferrò la sua testa ed utilizzando l’uncinetto con cui Alcmena gli aveva cavato gli occhi se la ricucì addosso, così come si ricucì le orbite incavate. E quel giorno decise che anche in futuro avrebbe avuto un ruolo speciale nella vita di Ercole.
E quindi, dopo tutti questi anni, è tornato. I secoli passati gli hanno dato il vantaggio e la conoscenza di investire in modo saggio, di raccogliere una cospicua fortuna e vivere nel lusso. Sì, è occorso un po’ di tempo, ma ormai si è ripreso dalle sventure che Ercole e la sua famiglia gli hanno causato. Si è abituato alla sua cecità ed ha fatto qualche plastica facciale, tuttavia alcune cicatrici non guariranno mai. Gli operatori al seguito di Ercole riprendono tutto il suo dialogo, pur trovando la sua storia poco credibile. Il Principe della Forza gli chiede perché lo abbia portato in uno dei suoi grattacieli. Euristeo ribatte che Ercole è divenuto un essere patetico, ma questo lui già lo sa. L’eroe però non prende bene l’insulto ed afferra Euristeo per la testa. Gordon Allsworth invita Ercole a non compiere gesti inconsulti: avranno tra le mani una bella gatta da pelare se continua a comportarsi in questo modo. Euristeo invita il presentatore a non preoccuparsi: il figlio di Zeus non gli farà alcun male, non quando capirà che lui è l’ultima speranza che ha per tornare ad essere un vero eroe. Dopo un istante di esitazione, Ercole abbandona la presa.
Euristeo spiega che, dopo che la sua permanenza eterna nell’Ade è stata cancellata, aveva deciso che quando la sua strada e quella di Ercole si sarebbero nuovamente incrociate ci sarebbe stato qualcosa di incredibile, di epico con la E maiuscola, come è sempre stato tra loro due. E così pazientò, osservando Ercole da lontano per tutti questi anni nonostante fosse una esperienza per lui dolorosa fino a vederlo ridursi all’ombra dell’eroe che era un tempo. Per dimostrare ciò, Euristeo manda in onda un’intervista televisiva in cui la barista del locale racconta per filo e per segno il comportamento inqualificabile del Principe della Forza. Euristeo sente di provare vergogna per questo: Ercole, in onore del quale sono stati eretti monumenti, su cui sono state scritte innumerevoli canzoni, che un tempo era il più grande eroe che il mondo avesse mai conosciuto, ora è già tanto se riesce a tirar giù un gattino impaurito da un albero. Euristeo comincia a ridere di gusto, ma si zittisce immediatamente quando Ercole gli lancia un’occhiataccia. Il Principe della Forza lo esorta a venire subito al punto, la sua pazienza si sta esaurendo.
Euristeo spiega che vuole aiutarlo, anzi, che vuole aiutare loro due. Deve tornare ad essere l’eroe di una volta: francamente, dal momento che è stato l’ex re di Micene a prendersi gioco di lui per tanto tempo, adesso non ci sta facendo una bella figura. Quindi occorre trasformare questo noioso reality show in quel qualcosa di epico con la E maiuscola, come le Dodici Fatiche. Quindi perché non ripetere quell’esperienza? Ercole vagherà per il mondo delle Meraviglie, portando a termine missioni che Euristeo sceglierà per lui, ognuna più difficile della precedente. Tutto catturato su pellicola per le masse. Gordon Allsworth rimane estasiato dal progetto: gli indici di ascolto che otterrà il reality faranno sembrare il Super Bowl una replica di Star Trek: Enterprise. Euristeo spiega che non ci saranno damigelle in pericolo, nessun pietoso scenario da “fato del mondo in ballo”, nessuna punizione per terribili azioni. E chiede ad Ercole il suo parere.
Prima che l’eroe possa rispondere, fa il suo ingresso Achelous, il quale dice che Ercole è solo un piagnucoloso codardo che non è in grado di fare nulla senza l’aiuto del suo paparino. Il Principe della Forza non prende bene l’affermazione e si prepara a fronteggiare il suo avversario, ma Euristeo li divide: potranno picchiarsi quanto vogliono, ma solo dopo che sarà stato raggiunto un accordo tra lui ed Ercole. Allsworth ne approfitta per intervistare Achelous e domandargli quale sia la sua storia. Il dio del fiume racconta che la sua disputa secolare con Ercole è stata causata da una donna: non una donna qualunque, ma Deianira, la cui bellezza era paragonabile a quella di Venere stessa. Achelous la amava profondamente, ma lei non ricambiava i suoi sentimenti ed aveva occhi solo per Ercole che però la tradiva continuamente. Giunse infine il momento in cui Achelous ed il figlio di Zeus si batterono per la mano di Deianira: fu una battaglia epica durante la quale Ercole comprese che il dio del fiume, grazie alla sua coda di serpente ed alla capacità di trasformarsi in una potente creatura taurina, era un avversario più temibile di quel che credeva. Alla fine però fu Ercole a trionfare.
L’operatore trova il racconto interessante, a quanto sembra Achelous è stato il primo stalker della storia. Il dio del fiume pensa che il cameraman si stia prendendo gioco di lui e lo afferra per il bavero, ma Ercole con un pugno lo mette al tappeto: che gli serva da lezione, nessuno prende a pugni il Principe della Forza mentre sta espletando i suoi bisogni fisiologici. Poi si rivolge ad Euristeo: accetta la sua offerta. L’eroe esce dall’ufficio insieme alla troupe. Achelous vorrebbe inseguire Ercole, ma Euristeo lo blocca: il figlio di Zeus ha accettato la loro sfida, dunque hanno già vinto.
Wall Street: Un uomo sfreccia a gran velocità per le vie di questa strada, fino ad entrare in un grande edifico sulla cui insegna campeggia la scritta Gruppo Olympus. Giunge infine in un ufficio, chiedendo a suo padre di radunare immediatamente un consiglio di amministrazione, poi si blocca un po’ sconcertato poiché suo padre si sta “intrattenendo” con una segretaria. L’uomo congeda la ragazza, poi esorta suo figlio a bussare la prossima volta: inoltre non deve mai chiamarlo padre, gliel’ha già detto mille volte, qui non deve passare l’idea che ci sia del nepotismo. Il figlio fa una faccia contrita, poi accende la televisione, dove Gordon Allsworth annuncia al pubblico che Ercole ha appena raccolto una sfida da un suo vecchio avversario per dare vita a delle nuove Dodici Fatiche. Zeus rimane stupito: in che razza di guaio si è cacciato stavolta quel pagliaccio di suo figlio?

CONTINUA...

domenica 25 novembre 2012

In Truckers we trust


Alcune settimane prima dell'ultima edizione di Lucca Comics, hanno fatto la loro comparsa. Collettivamente sono note come Truckers, singolarmente sono Claudia Balboni, Elena Casagrande, EloElo Art, Arianna Florean, Azzurra Florean, Giovanna Niro, Sara Pichelli e Claudia SG (Scarlet Gothika) Illustrations. Molti collettivi artistici sono emersi in Italia negli ultimi anni, qui però non sfugge il fatto che le componenti sono tutte donne. Ed è a mio avviso un segno, doveroso, di questi tempi in cui la presenza femminile, soprattutto nel mondo dei disegnatori, è notevolmente aumentata. Poi se uno è bravo emerge, aldilà dei cromosomi.
La prima fatica delle Truckers si intitola What The Fake!?, un bel gioco di parole con un modo di dire americano che la mia buona educazione mi impone di non tradurre, ed è stato presentato appunto a Lucca Comics, dove ho potuto recuperarlo. Si tratta di un cosiddetto artbook, sperando che questo sia il termine più adatto: 7 artiste del collettivo realizzano 3 immagini a testa incentrate sulle cosiddette leggende metropolitane. L'Uomo Falena, i ladri di reni, la presunta morte di Paul McCartney, l'alligatore gigante delle fogne... e molto altro. Ad ognuna delle immagini è associato un breve testo sotto forma di narrazione, sia in lingua italiana che inglese, che approfondisce il tema della leggenda metropolitana protagonista.
Quello che più ho apprezzato è che ognuna di queste immagini è concepita come un poster cinematografico, dando al tutto un sapore vintage. Perchè il cinema descrive la realtà sfruttando la fantasia, così come il fumetto: l'incontro tra questi due media, se fatto bene, porta sempre a risultati apprezzabili. Chiaramente, delle 21 immagini, ce ne sono state alcune che ho apprezzato più di altre, ma mi riservo il diritto di mantenere il riserbo e far sì che ognuno di voi si faccia la propria opinione.
Dove andranno ora le Truckers? Non lo so, ma... attendo con curiosità.

venerdì 9 novembre 2012

Impressioni da Lucca Comics 2012



31 Ottobre, giorno precedente alla partenza per Lucca Comics: esco dall'ufficio e secchiate d'acqua travolgono la mia esile figura. "E tra 12 ore devo partire, cominciamo bene" è il mio confortante pensiero "Va beh, tra un po' si calmerà". Lampi e tuoni accolgono il mio proclama. Il giorno dopo infatti ancora pioggerella, ma questo può fermarci, davvero può fermarci? Ma certo che... ehm, l'ombrello dove sta? ... no!
Arrivato al luogo di partenza del tour organizzato a cui mi ero affiliato, presso l'immaginifica fumetteria Cosmic Comics di Fidenza (mi pagano per dire questo, sappiatelo) mi sorge spontaneo un altro pensiero. "Vediamo quanto ci vuole prima che qualcuno mi tiri fuori la frase 'Non può piovere per sempre'". Tre minuti dopo vengo accontentato. Non passa molto prima che un Mucchio Selvaggio di 150 - facciamo 153 - appassionati di comics (e cosplay, e ramen, e quant'altro) si muova in massa verso la propria imponente cavalcatura, tre autobus. Dopo aver preso posto usando il consolidato metodo alla CDC, the caravan of love parte. Non può mancare sosta all'autogrill, puntuale come i reboot del DC Universe, dove ci accoglie il primo cosplay della giornata: quello del bagno del luogo, truccato da set di The Walking Dead per la gioia di tutti noi. Intanto la pioggia smette (poi a Lucca riprende ancora un po', poi smette, poi riprende ma giusto giusto un pochino, poi smette ancora, riprende, rismette e ora smetto di parlarne io).
Negli anni scorsi avevo dei pass, ma qualcun altro li andava a prendere. Quest'anno avevo l'occasione più unica che rara di bullarmi: quindi entro nel punto accredito, tutto bello baldanzoso, domando ad un componente dello staff e mentre va a indagare lo ridomando pure ad un altro (per bullarmi ancora? No, perchè ero andato in confusione). Alla fine:"Sì, c'è... ma è già stato ritirato, devi andare allo stand!". Argh, il mio quarto d'ora di gloria bruciato così.
Per via forse della pioggia mattutina, c'è meno folla del solito. Cosplay quasi ridotto all'osso. Incredibile ma vero, si riesce pure a camminare (e respirare!) nel padiglione degli editori. Addirittura riesco a visitare lo stand Alastor senza che una fiumana di adoratori della setta Johns/Lee mi travolga. Consapevole che questa è un'occasione più unica che rara, saluto quasi tutti quelli che mi ero ripromesso di incontrare... agli altri in verità vi dico, siete stati sfortunati perchè poi il Napoleone è tornato al consueto stato di delirio (cara Panini, sono contento per te, un po' meno per me). Gli incontri più interessanti per me sono al Padiglione Giglio: non solo il Lateral Studio (per cui modestamente...), ma anche il THZ e pure le Camioniste! Grandi prospettive intravedo all'orizzonte.
Che poi... sapete cosa è per me la cosa più bella di Lucca Comics? Che mentre passeggi o magari ti rilassi seduto su una panchina ti vedi passare accanto mostri sacri del fumetto come Alfredo Castelli oppure i disegnatori che hai ammirato negli scorsi anni. Diversamente da altri media come il cinema o la televisione, non c'è ancora quel grado di fanatismo sfrenato che molto spesso rovina l'immagine di una espressione artistica. Ho detto "ancora" perchè qualche segno l'ho percepito negli ultimi tempi, ma spero di sbagliarmi.
Mi piacerebbe anche poter affermare che la giornata è volata, ma direi proprio di no: lo scorrere delle ore le ho sentite tutte, lo hanno sentito in modo particolare i miei piedi, ma ho fatto modo di utilizzare al meglio il tempo a mia disposizione. Un caffè e un estathè in compagnia dopo l'ora del pranzo e poi via di nuovo tra la pazza folla: dapprima Fuori Lucca da quel pompiere mancato (e noto fumatore) Francesco Settembre insieme alla sua banda di Terni... mi sembrava di essere tornato a Narni! Poi ad ascoltare i ricordi di un tempo che non ho vissuto, quello del Corriere dei Ragazzi, in assoluto una delle più belle conferenze che abbia visto in questi ultimi anni... mi viene da pensare che di uomini come Mino Milani il mondo del fumetto non ne ha più prodotti ed è un peccato.
Arrivano le 17, tempo di andare allo stand BAO per un'intervista programmata per conto di Comicus con Barbara Canepa e Anna Merli. Che allo stand già c'erano... assalite in senso buono da decine di fan che volevano una loro firma sul volume di End. "Oh, io chiedo" penso "Al limite mi cacceranno". E invece il munifico Michele Foschini non solo mi fa entrare, ma mi recupera anche una sedia da cui poter intervistare in tutta pace. Qui magari vi svelo un piccolo segreto, o forse no: mi preparo sempre le domande e le scrivo su un foglio di carta, di modo da poterlo consultare durante l'intervista in caso di vuoti di memoria o altro. Solo che... l'avevo scordato sull'autobus! E quindi sono andato a braccio. Ringrazio la mia memoria che mi ha assistito nei 10 minuti e 45 secondi dell'intervista (però, che memoria!). Ah, autista che hai sul tuo mezzo il mio foglio... conservalo, sono abbastanza pieno di me da essere certo che un domani continuerà a non valere un bel niente. L'intervista in sè mi è piaciuta, il caos non è stato così caotico e mi ricorderò per molto tempo di questa cosa.
La giornata volge al termine: ultimo giro di saluti e ritiro del calendario THZ con sketch di Venom allegato di Paolo Pantalena, saranno dodici mesi interessanti. Bisogna andare. Lungo la via ritrovo i miei compagni di viaggio, ora in possesso di strani copricapi. Si risale a bordo, ci si ferma ancora una volta ad un autogrill il tempo di essere investiti da un vento freddo mandato dai Giganti del Ghiaccio. Ritornato alla mia auto, rimango fermo un paio di minuti a rievocare nella mia mente questa giornata. Ogni Lucca porta con sè dei ricordi, ogni Lucca è di per sè indimenticabile. Rimetto in moto, torno a casa e dormo di gusto.
Alla prossima!

lunedì 29 ottobre 2012

Alien, Alien, fortissimamente Alien


Alien, Alien, fortissimamente Alien. Quasi 35 anni dall'uscita del primo film e ancora l'angosciante creazione di H.R. Giger tormenta i nostri incubi su pellicola.
1979: L'anno in cui tutto iniziò. L'astronave Nostromo scopre su un pianeta disabitato una strana coltura di uova, da una delle quali esce una strana creatura simile ad una biscia che si attacca al volto del povero John Hurt che, ripresosi e tornato sulla nave, ha il "parto" più insolito e agghiacciante della storia del cinema.
La Nostromo diventa metafora del corpo umano e delle sue insidie; Ripley, l'eroina della situazione (uno dei primi esempi di donna forte - meglio, con le palle - della nona arte), ma dotata anche di un forte istinto materno, è alla fine l'unica sopravvissuta (più il gatto dell'astronave). Il film è caratterizzato da una forte atmosfera di claustrofobia e oscurità, un vero e proprio horror ma con poche reali scene d'azione, poichè tutto si gioca sulla tensione, sui giochi di luci e ombre.
Il regista è Ridley Scott, all'epoca praticamente un esordiente e che grazie a questa pellicola entrerà nell'olimpo dei grandi registi (particolare che non rimarrà unico). Qualcuno dice abbia un po' "copiato" Mario Bava (chi non l'ha fatto in fondo?) ed il suo film Terrore Nello Spazio, però il suo personale stile già risalta... e poi la scena della lotta finale con l'Alien (l'inquadratura in primo piano del volto di Sigourney Weaver che ansima mentre cerca di nascondersi e di indossare la tuta spaziale è meravigliosa) è da antologia.
1986: Strano, vero? Sette anni per un sequel. Di certo non previsto all'inizio. Oggi fin da subito si firmano contratti per serie di tre/quattro film, anche se questi non verranno mai prodotti... oggi. Nel 1984 un giovane regista di nome James Cameron (dopo aver diretto uno strano film su piranha assassini volanti) diventa famoso grazie alla pellicola Terminator e viene opzionato come regista di questo sequel. Sette anni nella vita reale, cinquantasette invece nella finzione narrativa, tanto il tempo in cui Ripley è rimasta in stasi. Cameron abbandona le atmosfere claustrofobiche e si concentra sulla pura azione, con un intero manipolo di Aliens (il film si chiama così e poi sì, escono dalle fottute pareti) a confronto con un esercito interstellare nel bel mezzo del pianeta dove era stato infettato John Hurt. Nel mezzo, la prima apparizione dell'androide Bishop (il gelido Lance Henriksen), una bambina di nome Rebecca (un legame che permette a Ripley di compensare il suo istinto materno) e soprattutto... la Regina, la madre di tutte le disgrazie!
Se la battaglia finale del primo film avveniva nel chiuso di una piccola scialuppa di salvataggio, con Ripley che combatteva in una tuta spaziale, quella del sequel avviene in un grande spazio aperto, con Ripley a bordo di un immenso esoscheletro meccanico capace di suscitare invidia a Tony Stark. Questo per sottolineare la differenza di stile tra i due registi. Va dato merito a Cameron di aver voluto impostare un suo discorso senza ricalcare a tutti i costi Scott. E per alcuni il sequel è migliore dell'originale... noi non diciamo niente e andiamo avanti.
1992: Tocca ad Alien3 (Alien Cube). Il regista è David Fincher, e sentendo questo nome subito vi sono venuti in mente pellicole indimenticabili come Seven o Fight Club. Nel 1992, però, Fincher era un illustre sconosciuto come Scott nel 1979, specializzato più che altro in video musicali. E' passato relativamente poco tempo dal precedente film, ma a causa di un incidente tutti i sopravvissuti della spedizione sul pianeta degli Aliens sono morti, a parte Ripley e l'androide Bishop, che però è conciato così male da risultare inservibile. Fincher cerca di ricatturare l'atmosfera claustrofobica del primo film, inserendo l'eroina nel contesto di un pianeta prigione popolato solo da detenuti maschi e dal quale è impossibile fuggire, nonchè riprende il concetto di corpo come nemico (Ripley è rimasta "incinta" di un Alien, il suo istinto materno è stato appagato nel più tragico dei modi). Alla fine, piuttosto che dare vita a questo abominio, la donna si sacrifica e si getta nella vasca di una fonderia. Fine? Ah, ragazzi, il cinema non ha nulla a che invidiare con un certo tipo di fumetto.
1997: Con il film Alien - La Clonazione si conclude la prima fase di questa saga. E la sceneggiatura è di un tale di nome Joss Whedon, vi dice qualcosa? Siamo in un futuro ormai lontanissimo, dalla morte di Ripley sono passati circa due secoli, ma degli scienziati mercenari la ricreano grazie alla tecnologia della clonazione, con lo scopo di dare vita ad una Regina (essendo il tessuto cellulare a loro disposizione quello rimasto infettato sul pianeta prigione). Un film visionario, che cerca di ricatturare la frenesia e l'azione del secondo episodio, e che si conclude con un insolito (per questa saga) lieto fine che vede Ripley riuscire in quello che era il suo obiettivo fin dal primo film, tornare sulla Terra. A casa. Voci su un possibile quinto capitolo ambientato sulla Terra si rincorsero per qualche anno (a meno che non abbia avuto delle allucinazioni, il che è probabile), ma per varie ragioni non se ne fece nulla. Si decise allora di adottare un differente approccio. Ecco, prima ho citato il mondo del fumetto: si scelse l'approccio del crossover. E di un brusco passaggio ai giorni nostri.
2004: Nel film Predator 2, del 1990, ad un certo punto veniva inquadrata una teca dei trofei del cacciatore alieno. In mezzo a questi, inconfondibile, vi era anche lo scheletro della testa di un alien. Certo, era uno di quelli che in gergo vengono definiti inside-joke... ma non bisogna mai stuzzicare. E nel 2004 il Dracula contro Frankenstein de no' altri diviene realtà. Alien Vs Predator. Questo film detiene l'invidiabile record di essere l'unica pellicola che abbia mai visto che includa tra i suoi protagonisti Raoul Bova (e credetemi, non è uno sforzo indifferente). Sembra di leggere un fumetto di Martin Mystere, ma sceneggiato da Rob Liefeld, con questi alieni che avrebbero influenzato lo sviluppo della civiltà umana eccetera eccetera. Comunque ci sono quelle venti o trenta esplosioni che non possono mancare in un film del genere, anche perchè nessuno (dai produttori al target di spettatore cui si rivolgeva il film) voleva gli approfondimenti stile Ridley Scott. E pensate un po', hanno fatto pure un sequel tre anni dopo: Aliens Vs Predators (notare la sottigliezza dei plurali). Bisogna ammetterlo, si sono impegnati molto per affondare entrambi i franchise.
2012: Arriviamo infine a Prometheus. Voci su un possibile prequel di Alien, diretto dal regista del medesimo, Ridley Scott, si erano rincorse nei mesi precedenti e hanno infine trovato conferma. La storia si colloca circa 30 anni prima del film originario e da un punto di vista narrativo invalida totalmente i due scontri fracassoni con i Predators (ma nessuno ha protestato, e vorrei vedere). Sembra che all'inizio il film dovesse essere un prequel più evidente, ma in fase finale si siano apportate delle modifiche sostanziali. In effetti, a parte la scena finale, i richiami di questo film ad Alien sono l'ambientazione e qualche piccola citazione qua e là (bello rivedere le camere di stasi e la tuta di Ripley). La tematica del corpo come nemico ritorna, ma lascia poi spazio ad una analisi (volutamente?) fallace sul rapporto tra umano e divinità. Alcune pecche nella sceneggiatura, ahinoi, sono evidenti già ad una prima visione. Si poteva fare di meglio. In ogni caso è già previsto un sequel, per il 2014. Per quell'anno forse la creatura ideata da H.R. Giger tornerà a frequentare i nostri incubi.

giovedì 11 ottobre 2012

La parabola discendente di Wally West



Wally West pensava di avercela fatta, era certo di essersi distinto dalla massa di quegli eroi che "... sono venuti dopo", si era illuso di aver trovato un proprio posto e una propria identità. Caro Wally missing in action, riepiloghiamo un po' la tua storia.
Il nostro amico Wally compare per la prima volta su Flash 110, in piena Silver Age, grazie a John Broome e Carmine Infantino. Costui è il nipote di Iris West, la fidanzata-nontisposeròmai-seisempreinritardo-tiamoetisposo di Barry Allen, nonchè fondatore del primo fan club di Flash (caro altro Flash di un'altra casa editrice, ti hanno preceduto). Siccome i fulmini adorano le famiglie Allen/West, lo stesso incidente che aveva donato a Barry Allen i poteri di velocista si verifica nei confronti di Wally. Sgomento, miracolo, Wally in realtà io sono Flash e quindi tu sei Kid Flash, frizzi e lazzi e così inizia l'avventura.
In un primo momento il costume di Kid Flash è un'esatta replica, anche se "in miniatura", di quello di Flash. Qualche tempo dopo, però, a causa di un altro incidente (Wally, datti una regolata!) il costume viene modificato dandogli una tinta di giallo, per un look che ancora oggi viene adottato. Quando non è in coppia con Barry, Wally ha le sue back-up avventure a solo nelle quali affronta, tra gli altri, i pericolosissimi hippies drogati buoni a nulla rapitori di bambini (la DC e Mort Weisinger li amavano molto).
Un primo balzo di qualità tuttavia Wally lo ha quando entra a far parte della prima formazione dei Giovani Titani dove, come accade anche per gli altri protagonisti, si cerca di affrancarlo (in puro stile seventies) dall'ombra del suo mentore. A seguito di una strana malattia, però, che gli impedisce di correre a grandi velocità pena la morte, il nostro caro amico si ritira dalle scene.
La vera svolta avviene nel 1986 con Crisi Sulle Terre Infinite: come ben noto, Barry Allen muore (o giù di lì) per distruggere un dispositivo di antimateria dell'Anti-Monitor (adoro queste assonanze) e, in seguito a un incidente (n'ata vota), Wally guarisce dalla sua malattia e decide al termine della crisi di seguire le orme di suo zio. Wally diventa così, a meno di mie sviste clamorose, l'emblema del concetto di legacy tanto caro un tempo al DC Universe: il sidekick adolescente che completa il suo processo di maturazione e prende il posto, e il ruolo, che fu del suo predecessore adulto. Anche se in effetti lo stesso discorso può applicarsi a Dick Grayson, pur avendo lui adottato in precedenza un nome di battaglia diverso.
A suggellare tutto ciò, nel 1987 Wally diventa protagonista di una nuova serie chiamata Flash. Ora, per quanto oggi possa apparirci strano, nessun componente dello staff editoriale DC pensava minimamente all'epoca di riportare sulle scene Barry Allen. Quindi tutti i vari sceneggiatori che si succedettero negli anni sulla testata, nomi di spicco come Mike Baron, Mark Waid, Grant Morrison, Mark Millar e Geoff Johns, si impegnarono a caratterizzare Wally non come colui che aveva sostituito Barry, ma semplicemente come Flash, e gli costruirono attorno un solido background. Non solo comprimari d'eccezione come Linda Park, che sarebbe divenuta sua moglie e gli avrebbe dato due figli, ma anche concetti stessi che sarebbero poi divenuti elementi cardine del cosiddetto DC Universe Post-Crisi. E sì, sto parlando della Speed Force, la fonte di potere a cui attingono tutti i velocisti piedi alati. Insomma, aldilà del fatto che nel mucchio sarà pure uscita fuori qualche storia ciofeca, ci fu un chiaro percorso di modernizzazione e non fossilizzazione. E questo nonostante che i fan di Barry Allen fossero sempre lì a dire:"Ehilà!", o che nel 1991 venisse mandato in onda un telefilm su Flash, all'inizio coronato anche da discreto successo, in cui il protagonista era sempre lui, Barry. La vecchia guardia difficilmente molla l'osso.
Arriviamo così al 1994 (ma lo abbandoniamo subito, tranquilli), anno in cui esce la miniserie Zero Hour. Nel corso di questa saga, Wally ha il suo primo faccia a faccia con un discendente di un lontano futuro del suo predecessore, di nome Bart Allen, nome in codice Impulso. Wally non lo sa, ma il primo chiodo sulla sua bara narrativa viene piantato quel giorno. Qualche anno dopo infatti Impulso diventa il nuovo Kid Flash, tenetelo a mente perchè non sarà un dettaglio secondario.
Nel 2006, col nr. 230, la serie di Wally chiude temporaneamente i battenti poichè il personaggio si sacrifica insieme a tutta la sua famiglia durante Crisi Infinita. Lo sostituisce Bart, il quale muore a sua volta dopo un pestaggio a sangue (dietro questa macabra scelta sembra ci sia un dictat di Dan DiDio, o forse più banalmente Bart come Flash non funziona). Wally ritorna allora dal limbo insieme alla sua serie, che però col nr. 247 chiude ancora. Perchè? Perchè i chiodi continuano ad aumentare.
Arriva il 2009 e, al termine di Crisi Finale, i fan di Barry che esclamano Ehilà vengono accontentati e lui ritorna dalla sua vacanza nella Speed Force. Wally comincia a pagare la forza narrativa di un personaggio che ha segnato una intera epoca, la Silver Age. Non solo, ritorna anche Kid Flash. Ora qui inizia il dilemma: il Flash adulto e maturo (Barry) lo abbiamo, il Flash giovane ed impulsivo (Bart) lo abbiamo, il Flash saggio e vecchio (Jay) lo abbiamo... che ruolo diamo allora a Wally? Quello della comparsa sfuggente. Quando Johns fece rinascere Hal Jordan, ebbe il merito di non volersi liberare (e sarebbe stato facile) delle altre Lanterne Verdi. C'è da dire che le differenze caratteriali che contraddistinguono Hal, John Stewart, Guy Gardner e Kyle Rainer permettono una più facile interazione. Ma Wally? Wally è diventato un Barry Allen a tutti gli effetti, non lo si può certo far ringiovanire e comunque c'è già Bart che occupa quella posizione. Johns fa quel che può, ma nella penultima serie di Flash Wally compare un paio di volte e sempre in abiti civili: non a caso, lo sceneggiatore decide di concentrarsi sul rapporto Barry/Bart.
Infine il chiodo finale. 2011: Flashpoint. Barry Allen modifica del tutto la realtà del DC Universe. Parte una nuova serie di Flash, dove lui è il protagonista assoluto, mentre nella nuova testata dei Giovani Titani abbiamo Bart. E Wally West? Wally non c'è, letteralmente e figurativamente non c'è, non viene nemmeno mai nominato per sbaglio. Già i maligni vociferano che, in questa nuova realtà dove gli eroi sono sulla scena da circa 5 anni, il periodo di Wally come Flash non sia mai avvenuto. Forse ora questo personaggio ha bisogno anche lui di fan che esclamino:"Ehilà!" (a dire il vero già ci sono). In caso di suo ritorno, di cosa avrebbe bisogno? Di un bravo sceneggiatore (si chiami Brian Buccellato o Pinco Pallino) che gli sappia dare una nuova identità. Perchè è veramente strano, anche se non più così sorprendente nell'attuale panorama dei comics, veder scomparire nel nulla un personaggio che è stato sotto le luci della ribalta per oltre vent'anni.